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Faida di mafia nel Nisseno, 18 condanne e un’assoluzione

Di Redazione |

CALTANISSETTA – La Corte d’Assise d’Appello di Caltanissetta ha condannato all’ergastolo Giuseppe Cammarata, 43 anni, figlio del capomafia di Riesi Pino, accusato dell’uccisione di Gaetano Carmelo Pirrello, e inflitto complessivamente 162 anni di carcere nei confronti di altri 17 imputati accusati a vario titolo di omicidio, associazione mafiosa, estorsione, armi, furto e droga. Alla sbarra nel processo scaturito dall’operazione «De reditu»,19 imputati, uno dei quali è stato assolto. Il sostituto procuratore generale Fabiola Furnari aveva chiesto la conferma integrale della sentenza di primo grado. Diverse le accuse riguardanti agguati di mafia, risalenti al periodo compreso tra il ’92 e il ’98 che, secondo l’accusa, scaturirebbero in gran parte dalla guerra con il gruppo rivale della Stidda per la supremazia nel territorio di Riesi. La pena più alta, 26 anni, è stata comminata a Massimo Amarù che – per gli inquirenti – con ruoli più o meno di primo piano sarebbe stato coinvolto negli omicidi di Gaetano Carmelo Pirrello, Pino Ferraro e nel fallito agguato a Salvatore Pasqualino.

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