GELA – Per la guerra al “sacchetto selvaggio”, che crea cumuli di spazzatura indecorosi e antigienici in ogni parte della città, il sindaco di Gela, Domenico Messinese (ex M5s), dopo avere aumentato invano le multe da trecento a tremila euro si è rivolto alla Chiesa.
Ai parroci ha chiesto di sensibilizzare i fedeli. La risposta non si è fatta attendere e ieri, nella loro omelia domenicale, alcuni sacerdoti hanno fatto appello al senso civico di ciascun parrocchiano perchè rispetti l’ambiente impegnandosi nella raccolta differenziata dei rifiuti e perchè osservi rigorosamente il calendario delle giornate di consegna.
«È dovere civico di ogni cittadino – ha detto il parroco di Sant’Antonio, don Michele Mattina – impegnarsi per amore della città a mantenerla pulita, rispondendo in modo adulto e maturo alla nostra identità di cristiani».Per rimuovere la spazzatura lasciata da chi rifiuta ogni regola, il Comune ha accumulato in pochissimi anni 10 milioni di debiti fuori bilancio che il consiglio comunale non ha voluto regolarizzare, respingendo altresì la richiesta di aumento del 45% della Tari presentata dal sindaco.
Messinese, per tutta risposta, ha bloccato il servizio straordinario di rimozione e la città, per un mese, è diventata una enorme discarica. Ora, una gara d’appalto specifica è stata vinta da una ditta locale che sta procedendo a ripulire la città ma bisogna impedire che «sacchetto selvaggio» torni a imbrattarla. Così il sindaco, oltre a mobilitare squadre speciali di vigili urbani in azioni di controllo, ha chiesto e ottenuto l’appoggio della Chiesa.