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nel carcere di san cataldo

Detenuto rompe il setto nasale a poliziotto penitenziario

Era stato chiamato fuori dalla cella per una notifica quando si è scagliato sull'agente. Il Sappe: «Situazione intollerabile»

Di Redazione |

Gravissimo episodio, nella mattinata, nella Casa di reclusione di San Cataldo, in provincia di Caltanissetta. Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE ha denunciato, infatti, che «un detenuto nordafricano che era uscito dalla cella per una notifica ha proditoriamente ed improvvisamente colpito il poliziotto che lo stava accompagnando, sferrandogli un pugno al volto di una tale violenza da fratturargli il setto nasale».

Calogero Navarra, segretario nazionale SAPPE per la Sicilia, ha evidenziato che «il detenuto si era già reso protagonista di episodi di violenza durante un’altra carcerazione nella Casa circondariale di Enna e tutto ciò è inqualificabile e grave. Il SAPPE ha più volte denunciato le continue criticità delle strutture penitenziarie della Sicilia, che risultano essere veri e propri «carcere di frontiera affollate da un parte di detenuti che restano poco inclini al rispetto delle regole ed hanno tentato, in più occasioni, di prendere il sopravvento con la violenza».

«Si tratta, purtroppo, di una brutta e violenta aggressione annunciata contro il personale di Polizia Penitenziaria – denuncia Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che esprime solidarietà al poliziotto ferito, ricoverato in ospedale – «tutto questo è inaccettabile e intollerabile».

«Le carceri regionali si evidenziano ancora una volta per episodi di violenza: purtroppo, molti detenuti che ci assegnano hanno dei seri problemi psichiatrici, tanti altri sono pericolosi e ristretti nel circuito Alta sicurezza e 41 bis. La Polizia Penitenziaria fa il massimo per garantire quanto stabilito dalla normativa vigente, ma molte volte mancano le unità per un controllo più attivo: servono interventi urgenti da parte del Ministero della Giustizia e del DAP ai quali chiediamo di aprire un tavolo di confronto per trovare soluzioni concrete ai problemi ed all’emergenza carceri della Sicilia. Mi preoccupa questo nuovo grave episodio. La realtà è che restano inascoltate le nostre segnalazioni al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di Roma sulle disfunzioni e sugli inconvenienti che si riflettono sulla sicurezza e sulla operatività delle carceri siciliane e del personale di Polizia Penitenziaria, che vi lavora con professionalità, abnegazione e umanità nonostante una significativa carenza di organico. Ed è incomprensibile che chi ha il dovere di intervenire, ossia l’Amministrazione penitenziaria regionale e nazionale, non interviene tempestivamente. Mi appello alla Ministra della Giustizia Marta Cartabia perché fermi questa spirale di inaccettabili e quotidiani violenze contro il personale di Polizia Penitenziaria e definisca, con i vertici del DAP, un piano urgente di intervento per fronteggiare le gravi criticità delle carceri siciliane». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA