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«Acqua non depurata e più “salata”»

Di Luigi Scivoli |

In città il costo annuo che ogni famiglia media sostiene per l’acquisto di acqua minerale in bottiglia è di circa 300 euro che si sommano agli importi pagati a Caltaqua per il normale consumo di acqua le cui tariffe sono state recentemente aumentate del 20 per cento. Di contro continuano a susseguirsi gli inquinamenti dell’acqua erogata dalla pubblica condotta e la distribuzione idrica, nel migliore dei casi, avviene a giorni alterni. Mentre i sindaci della provincia non attivano l’assemblea territoriale idrica che ha come compito specifico anche di calmierare le tariffe.

Sono questi i temi dei quali si parlerà venerdì prossimo nella conferenza stampa indetta per le ore 9,30 nella sede della Cisl “per chiarire alcune problematiche relative al servizio idrico”.

Saranno presenti il segretario generale della Cisl Agrigento-Caltanissetta-Enna Emanuele Gallo, il presidente di Adiconsum Sicilia Vincenzo Romeo, il presidente Adiconsum Agrigento-Caltanissetta-Enna Giuseppe Impaglione, il legale dell’ufficio vertenza della Cisl Angelo Urrigo e i rappresentanti dei comitati di quartiere.

Da una indagine effettuata dalla Cisl risulta che la provincia di Caltanissetta risulta essere quella con il più elevato consumo pro-capite di acqua in bottiglia. Circa l’83 % delle famiglie dei Comuni del Nisseno, infatti, acquista acqua in bottiglia sia per cucinare che per bere. La parte rimanente non compra l’acqua perché è in uno stato di povertà assoluta. Risulta quindi che una famiglia di 4 persone spende in media all’anno 301,4 euro per un consumo medio di circa 730 litri di acqua.

“Ciò accade – ha detto il segretario generale Emanuele Gallo – perché molti cittadini non si fidano più dell’effettiva potabilità dell’acqua che esce dai rubinetti non solo per i continui divieti sull’utilizzo a fini potabili dell’acqua in distribuzione emanati con ordinanze a Caltanissetta, Gela, Sommatino, Niscemi, Mazzarino e in altri Comuni, ma anche perché la distribuzione avviene a giorni alterni e l’acqua viene ancora oggi stoccata nelle cisterne”.

Sempre dall’indagine della Cisl risulta che una persona consuma circa 7 bottiglie alla settimana di acqua per un costo medio di 1,45 euro che, moltiplicato per 52 settimane, costituisce una spesa a persona di 75,4 euro.

“Le infrastrutture – ha detto ancora Gallo – sono inadeguate e le condutture idriche spesso obsolete tanto nella rete di distribuzione di Caltaqua che negli acquedotti sovra-ambito di Siciliacque. Si registra l’assenza, in ampie zone, del servizio di depurazione delle acque reflue. Nonostante tutto, in questi giorni il commissario dell’Ex Ato Idrico, in ottemperanza a quanto stabilito dall’autorità nazionale per l’energia, ha approvato l’aumento della tariffa per i prossimi 4 anni del 20,1 %”.

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