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Montalbano Elicona regno della “nuts money”: i volontari raccolgono e vendono le nocciole

Due catanesi trapiantati sui Nebrodi hanno allestito con la cooperativa Handmade la Festa del volontariato: la "nocciola" è moneta e socializzazione

Di Alberto Cicero |

La strada, via via che si allontana da Montalbano Elicona (borgo più bello d’Italia nel 2015), diventa una ripida discesa. Con buche sempre più profonde. Danno efficacemente l’idea degli effetti di un bombardamento. Ma, fortunatamente, saranno state solo bombe… d’acqua. Rapidamente si raggiunge la campagna. Non sono ancora le 8 e già sono tutti al loro “posto”. Il noccioleto brulica di volontari. Il sole comincia a fare capolino tra le piante, rinomate e caratteristiche di questa zona. Nei secoli scorsi sfamavano centinaia di famiglie. Oggi senza questo manipolo al lavoro di buona lena e di buon mattino, sarebbero praticamente abbandonate a un infausto destino come tante altre coltivazioni nell’Isola, incapaci di assicurare reddito quindi di garantire vita e benessere.

Raccogliere nocciole è come fare un puzzle. Pezzetto dopo pezzetto. Nocciola dopo nocciola. Seduti per terra o piegati a capo chino. Con calma. Con pazienza. Serenamente. L’importante è scovarle tra il fogliame e selezionare quelle buone da quelle vuote perché già divorate avidamente dai ghiri. Ci sono, in queste zone, battaglioni interi di questi roditori ma, ovviamente, di giorno si guardano bene dall’apparire. Lo fanno di notte ma i rapaci, invece, grazie a loro banchettano. Per chi viene da una qualunque città (leggi: caotico centro urbano), questa è la porta del paradiso. Del resto l’Argimusco con tutto il suo fascino straordinario, le suggestioni e i misteri millenari, sede ideale per àuguri ed aruspici, è a un tiro di schioppo. 

Ci accompagna Silvio Scuto. Che in questo paradiso ormai è abitante da 5 anni. Catanese, di professione agronomo, guida naturalistica, e con una ottima vocazione di chef (nel ristorante in gestione cucina ciò che si raccoglie negli orti attorno al paese), ha scelto insieme alla moglie Rosaria Nociforo la porta dell’empireo piuttosto che un girone dell’inferno. Si sono trasferiti qui e hanno, con semplicità e in punta di piedi, importato la mens aetnensis  vale a dire quella capacità tutta catanese di darsi verso, intraprendere nuove strade, creare opportunità per sé e per gli altri. Specie visto che l’economia del paese langue nuovamente.

Uno dei primi passi fu la cooperativa “HandMade” fondata proprio pochi anni fa; che coltiva, raccoglie e trasforma. Qui non ci sono piantagioni di… mango o di papaya. Ci sono quei noccioleti che erano il vanto (e il rimunerus) di questa zona. «Lo scorso anno – ci spiega Rosaria – il caldo prolungato bruciò quasi tutta la produzione. Avremmo voluto inaugurare la Festa del volontariato basata sulla raccolta delle nocciole già allora, ma non fu possibile. E avevamo già tante prenotazioni… Stavolta ce l’abbiamo fatta e sta funzionando bene».

Il meccanismo è semplice, dal gusto un po’ retrò, ma molto efficace. I volontari via mail danno la disponibilità a raccogliere nocciole in terreni attorno Montalbano. La paga è semplice: nocciole. Cioè il 50 per cento del raccolto che puoi vendere alla cooperativa stessa o utilizzare anche per pagare i servizi come il vitto e l’alloggio. E la sera tutti a cena insieme. Come amici di vecchia data. Come tornare indietro nel tempo. All’epoca del baratto. A Montalbano, insomma, grazie all’intuizione di Silvio e Rosaria, nasce una sorta di “nuts money”. Altro che bit coin e criptovalute… Questa è una valuta che non è solo un simbolo, un logo, ma un valore reale che corrisponde a quello nominale e che si può scambiare ma anche usare.

Ma c’è di più in tutto questo. Ovviamente non c’è assolutamente il tentativo di far circolare una nuova valuta. C’è semplicità, socializzazione, spiritualità. Voglia di mettere la natura, l’ambiente e la difesa del Creato al centro dell’attività dell’uomo. Corrado Roccaro è uno dei volontari, venuto qui da Avola per qualche giorno, insieme alla figlia Gaia, 11 anni appena compiuti. «Io sono un agrotecnico ma ho preso un’altra strada di lavoro – dice – Ho letto su Fb, mi sono preso le ferie e mi sono iscritto per partecipare. Una esperienza esaltante. E all’insegna dell’ottima cucina di Silvio e Rosaria. Ho visto mia figlia stare bene in campagna, tra gente semplice, con cui rapportarsi. Persone con diverse storie di vita. Gaia si è integrata benissimo. E’ arrivata a dirmi: papà, dobbiamo trasferirci a Montalbano. Il secondo giorno era stanchissima, ma felice, nonostante i ritmi diversi, l’alzataccia mattutina. Ma il contatto con la natura, il suono rauco della poiana non lo dimenticherà mai. Si è divertita a raccogliere nocciole e… ci ha pure guadagnato. Tutto questo ci riporta al rapporto con la terra. Dovrebbero farlo tutte le famiglie. La mente si libera da ogni pensiero, il ritmo è lento; la sera si va al bar, poi a cena e si socializza. Questi giorni resteranno impressi nei nostri cuori e ci hanno arricchito. Io voglio ripetere questa esperienza in ottobre, prima che si concluda».

Enzo e Ferruccio vengono da Biella. Formano con i loro amici a quattro zampe, Emma e Iago, un quartetto affiatatissimo. Sono di poche parole, ma chiare. «Beh, in effetti – dice Enzo – io sono originario di Sommatino, provincia di Caltanissetta ma ho vissuto tanti anni in Piemonte. Qui il posto è tranquillo e stiamo facendo una esperienza  molto bella».

Rosaria e Silvio, da quando hanno lasciato senza rimpianti Aci Trezza («Ma ci torniamo ogni lunedì, per vedere i nostri nipoti») per diventare nebroidei hanno riversato in questo paese voglia di fare, di creare opportunità. «Quando ci siamo stabilizzati qua – spiega Rosaria – la mamma di due ragazzi ci diceva che avrebbe voluto per i suoi figli la possibilità di poter rimanere in paese per lavorare ed è nata la cooperativa per produrre nocciole e trasformarle in condimenti e creme. In questi anni, oltre a puntare a creare lavoro, abbiamo sempre cercato di inglobare persone con difficoltà. A un certo punto, però, ci siamo trovati soli ed è nata l’idea di proporre ad altre persone che hanno voglia di cambiare e vivere di bellezza e semplicità, di cercare l’essenza delle cose, di vivere nelle case dell’albergo diffuso, facendo anche rivivere un quartiere che si stava spopolando. Il borgo si trasforma in Eco-borgo, a disposizione di turisti o di persone che vogliono condividere una esperienza. In questo microcosmo, ognuno può crearsi il suo mondo. Certo, all’inizio ti sembra il… borgo del Mulino bianco della pubblicità, poi scopri che devi dare da mangiare agli animali, coltivare la terra… E non è facile. Ti confronti con la fatica e a volte con l’incapacità di mettersi a confronto con gli altri. L’idea costitutiva del Borgo è quella della comunità allargata, basata su laicità, col desiderio di amare il bene comune, ispirandosi alla custodia del bello, del Creato. Salvaguardando ciò che abbiamo, senza sfruttarlo. Il nostro è un progetto basato sul volontariato e su un prodotto concreto, come le nocciole. Ma che vuole andare ben oltre, fare riflettere le persone sul senso della vita». Montalbano, confine del paradiso.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA