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World Pasta Day

L’Italia leader nella produzione della pasta: un quarto del mercato mondiale è suo

L'alimento, di cui tanti vanno pazzi, supera indenne anche la pandemia con un mercato di oltre 20 miliardi di euro

Di Redazione |

La passione per la pasta è planetaria, con consumi che salgono anche in tempi di pandemia Covid fino a superare i 20 miliardi di euro. Un quarto del business è realizzato in Italia che si conferma medaglia d’oro nel ruolo di paese leader per produzione a livello globale, evidenzia Coldiretti in occasione del World Pasta Day, la Giornata mondiale dedicata agli spaghetti&Co. Dal Trentino alla Sicilia si producono 3,9 milioni di tonnellate di pasta made in Italy, in più di 300 formati, con una filiera che conta 120 imprese, oltre 10 mila addetti e quasi 200mila aziende agricole italiane impegnate, sottolinea l’analisi presentata a Tuttofood a Milano, a fornire grano duro di altissima qualità.

«Più che un alimento è per gli italiani un simbolo, – ha detto il sottosegretario alle Politiche agricole e alimentari Gian Marco Centinaio – è parte integrante del nostro modo di vivere e della nostra cultura, è alla base della piramide della Dieta Mediterranea, e viene esportata il 60% della produzione made in Italy. Sono convinto che la pasta superi brillantemente le minacce da stili alimentari low carb, a basso contenuto di carboidrati, ma va affrontato il tema – continua il sottosegretario al Mipaaf – delle scorte ai minimi a causa di cali produttivi di frumento in paesi Canada Stati Uniti e Russia, e il generale aumento dei prezzi, non solo del grano duro, ma di tutte le materie prime, dalle sementi ai fertilizzanti fino all’energia. Sono convinto – prosegue il sottosegretario – che possiamo lavorare per far sì che una percentuale sempre maggiore del grano duro utilizzato possa arrivare dalle imprese agricole italiane. Per fare questo – per Centinaio – occorre investire nella ricerca, cogliere al meglio le opportunità offerte dal Pnrr e rafforzare la filiera». Intanto Cia-Agricoltori Italiani scongiura allarmi rincari al consumo: nonostante il crollo di produzione in Canada, nostro primo fornitore estero di grano duro, rialzi del prezzo della pasta non si stanno attualmente riscontrando sugli scaffali dei supermercati.

La confederazione agricola auspica che le risorse del Pnrr possano dare una forte spinta propulsiva alla nostra cerealicoltura. Mentre Coldiretti paventa il rischio di futuri acquisti di produzione non certificate 100% tricolori: il 31 dicembre 2021 scade l’obbligo di etichettatura di origine del grano utilizzato. Il decreto che al 2018 prevede che le confezioni di pasta secca prodotte in Italia debbano indicare il Paese dove il grano è stato coltivato e il Paese di molitura ha spinto gli acquisti di pasta con 100% di grano italiano con un aumento del 29% delle vendite nello scorso anno. Operazione trasparenza che i pastai di Unione Italiana Food (Uif) si impegnano fin da ora a portare avanti. «Continueremo a indicare la provenienza del grano sui pacchi di pasta» ha assicurato Riccardo Felicetti, presidente dei Pastai Italiani di Unione Food evidenziando che la qualità e la sicurezza della pasta è garantita da stringenti normative europee e da un rigido sistema di controlli nazionali, ogni anno circa 600mila analisi sul prodotto finito. Intanto, a casa gli italiani si cimentano ai fornelli e sul web cercano notizie sulla pasta senza glutine (su Google 79.200 volte l’anno), rileva una ricerca AvantGrade.com, a seguire la pasta di grano saraceno, cercata 78.000 volte e quella di legumi (52.800 volte). Oggi, tra i tanti a buttar giù la pasta c'è anche l’attore turco Can Yaman, protagonista di una videoricetta con spaghettoni De Cecco per solidarietà con omaggi al Banco Alimentare.   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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