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Presentata la mostra “Sub tutela Dei” sul giudice Livatino, visitabile fino al 25 febbraio alla GAM di Catania

Durante l’incontro sono intervenuti tra gli altri l’avvocato Paolo Tosoni, tra i curatori della mostra, il già prefetto della Repubblica Claudio Sammartino, l’arcivescovo di Catania Luigi Renna e il procuratore della Repubblica Carmelo Zuccaro. L’esposizione ripercorre le tappe più significative della vita e dell’operato del magistrato ucciso dalla Stidda nel 1990  

Di Redazione |

«Il titolo che abbiamo scelto per questa esposizione non è casuale. La sigla S.T.D. ricorre spesso nelle agende di Rosario Livatino e evidenzia la profonda unità che ogni cristiano è chiamato a vivere tra fede e professione». Nelle parole dell’avvocato Paolo Tosoni – tra i curatori della mostra dedicata al magistrato siciliano ucciso dalla mafia il 21 settembre 1990, a quasi 38 anni, e beatificato il 9 maggio 2021 – c’è tutto il senso di “Sub Tutela Dei”, che sarà visitabile alla Galleria d’Arte Moderna di Catania dal 17 al 25 febbraio.  L’esposizione è stata presentata ieri, 16 febbraio, con una conferenza svoltasi presso la sala delle Adunanze del Palazzo di Giustizia di Catania. L’incontro ha visto oltre alla partecipazione del curatore, gli interventi del già prefetto della Repubblica Claudio Sammartino e di don Piero Sapienza, Direttore dell’Ufficio Diocesano per i problemi sociali e per il lavoro e di numerose figure istituzionali. A moderare è stato il prof. Alfio Pennisi.

La mostra si inserisce nel filone di incontri dedicati al tema della giustizia riparativa “Oltre la pena. Incontrare persone. Ricomporre relazioni”, promosso dalla Fondazione Francesco Ventorino, dall’Arcidiocesi di Catania, dal Centro Culturale di Catania e dalla Fondazione Sant’Agata. «Il trait d'union tra le iniziative – ha spiegato Sammartino – è il tema della giustizia nelle relazioni tra uomini. Livatino ha testimoniato con il suo comportamento il rispetto per dignità e libertà di ogni uomo e fiducia sul fatto che chiunque può risollevarsi dagli errori. La sentenza non è l'ultima parola ma da lì comincia un'altra storia». Il tema della giustizia riparativa è stato richiamato anche dall’intervento del Procuratore della Repubblica Carmelo Zuccaro: «Essa tenta di rispondere al delicato tema della frattura tra colpevole e offeso. Livatino ci ricorda la funzione dell’emenda che deve guardare alla possibilità di cambiamento della persona, del criminale. Non dobbiamo né darlo per scontato né rinunciare alla speranza che possa avvenire». A intervenire durante il pomeriggio è stato anche il presidente della corte d’Appello di Catania Filippo Pennisi: «Sono contento che una volta di più la figura del “piccolo giudice” sia ricordata a casa sua, in un palazzo di giustizia».

L’Arcivescovo di Catania, monsignor Luigi Renna, ha ricordato l’adesione al Vangelo di Livatino: «Stava nella Chiesa con coerenza. La sua professione fu ispirata dalla costituzione e animata da visione di fede». Da qui la beatificazione di un uomo martire della giustizia e indirettamente della fede. «In quanto cristiano – ha aggiunto don Piero Sapienza – sapeva che l’uomo è creato a immagine e somiglianza di Dio e che in tutti, anche nel criminale, c’è la sua scintilla. L’impegno di Livatino coniugava giustizia e carità. La giustizia è necessaria ma non sufficiente. C’è bisogno della carità, dell’amore verso il prossimo».

Durante la presentazione l'avv. Tosoni ha infine donato ai presenti un’anteprima dell'installazione sonora contenuta all’interno del percorso espositivo: un file audio in cui attori e tecnici del suono ricostruiscono, sulla base degli atti giudiziari, il momento dell’attentato. La radio in sottofondo, lo scontro, i colpi di arma da fuoco. "Picciotti, che cosa vi ho fatto?". «Le interviste registrate in Sicilia a parenti, insegnanti, conoscenti e concittadini di Livatino – spiega – sono state una grande lezione per me e per il mio lavoro». 

La mostra allestita alla GAM di Catania, visitabile fino al 25 febbraio dalle ore 9 alle 13 e dalle 14.30 alle 19, presenta pannelli e documenti multimediali che raccontano la vita del giudice, a partire dalla sua giovinezza e il suo impegno con Azione Cattolica in una Sicilia afflitta dalle infiltrazioni mafiose, ma anche la sua umanità che lo portava a guardare con pietà anche il peggiore dei malviventi senza mai cedere al rancore. Vengono mostrate testimonianze che descrivono quanto fosse difficile, all'epoca, indagare sui reati di mafia, e come Livatino seppe ritagliare alla giustizia il suo legittimo spazio con intelligenza, passione e umiltà. Si ricostruisce, infine, anche la prassi di beatificazione di Livatino e l'eredità che la sua vita ha lasciato nella lotta contro la mafia.

GLI ALTRI APPUNTAMENTI:

Il ciclo “Oltre la pena” proseguirà, dopo la mostra con due appuntamenti, occasioni di confronto e riflessione sul significato di giustizia riparativa, pena, riconciliazione e recupero. Sabato 18 febbraio ore 10.00 presso l’Aula Magna del Palazzo Centrale dell’Università di Catania si terrà il convegno “Verso una giustizia riparativa” che vedrà l’intervento di Adolfo Ceretti, Professore di Criminologia all’Università di Milano Bicocca. Mentre sabato 25 febbraio alle ore 16.00 presso il Palazzo della Cultura di Catania si svolgerà la presentazione del libro “La crepa e la luce” di Gemma Calabresi Milite.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA