Sicilian Post
Le paure, i sogni e le speranze dei giovani nel report “Generazione 18” di Sicilian Post e Fondazione DSE
Dare voce ai giovani siciliani di oggi. È stato questo l’obiettivo dell’inchiesta “Generazione 18” condotta dalla redazione di Sicilian Post in collaborazione con la Fondazione Domenico Sanfilippo editore. Il report con i risultati ottenuti è stato presentato venerdì 16 febbraio nell’aula “Barbara Minutoli” della Scuola Superiore di Catania, dove hanno commentato i risultati la docente dell’università di Catania, Lina Scalisi, il presidente del comitato scientifico della fondazione DSe, Giuseppe Di Fazio, e il direttore di Sicilian Post, Giorgio Romeo. La ricerca, condotta su 150 ragazzi sparsi sul territorio siciliano, ha toccato vari temi, dalla politica all’informazione, passando per l’immigrazione, l’Europa, il lavoro e il tempo libero. «Questo report giornalistico non si propone come sondaggio politico – ha spiegato il direttore di Sicilian Post, Giorgio Romeo – ma mira a fornire una panoramica di quelli che sono gli umori e i sentimenti dei giovani siciliani. Sta a loro, infatti, diventare gli interpreti del cambiamento che viviamo oggi».
IL REPORT. Tra i temi toccati dalle domande c’è la politica (che viene discussa dagli intervistati principalmente tra le mura domestiche), ma anche molti temi sociali. Il 66% del campione vede gli immigrati come nuovi amici, anche se emerge una spaccatura dal punto di vista del comportamento nei loro confronti: metà di loro consiglia il potenziamento dei centri di accoglienza, mentre l’altra metà auspica aiuti diplomatici nei loro paesi. In tema di lavoro a dominare è la precarietà: il 63% degli intervistati ha già svolto lavori, ma quasi tutti saltuari. Il 53% del campione sogna di rimanere in Italia in futuro, pochi scelgono la Sicilia. Dal punto di vista dell’informazione, il 65% di loro si basa sui social media, con larghe preferenze per il lato web delle grandi testate (Repubblica, La Stampa, Corriere). Infine, metà dei ragazzi dedica il proprio tempo libero ad attività di crescita personale quali lettura e corsi vari, mentre il resto si divide attività ricreative come le uscite con gli amici (33%) e volontariato (17%).
SOLI DAVANTI AL MONDO CHE CAMBIA. «Un primo test è stato condotto in un liceo catanese, su una classe di 30 ragazzi». ha spiegato il dott. Di Fazio, che è rimasto colpito dalle reazioni dei giovani al video “Did you know?” contenuto nel questionario. «Tra i sentimenti dei ragazzi – ha raccontato – c’era la paura di non riuscire a stare al passo col mondo. In generale, le nuove generazioni credono di essere da sole. Di fronte al mondo che cambia, pensare di dover affrontare questo cambiamento da soli consente alla paura di prendere il sopravvento. Noi adulti dobbiamo far capire ai giovani che ci siamo, che li accompagneremo: questa è l’unica cosa da dire a chi non vuol lasciare la propria terra».
Giuseppe Di Fazio, presidente del comitato scientifico della Fondazione Domenico Sanfilippo editore
Lina Scalisi, ordinario di storia moderna all’Università di Catania e responsabile della classe Scienze Umanistiche e Sociali della “Scuola Superiore di Catania”
Giorgio Romeo, direttore responsabile “Sicilian Post”
UN MODELLO REPLICABILE. A commentare i dati emersi è poi intervenuta la prof. Lina Scalisi: «Cosa significhi far parte della generazione 18, oggi, nessuno lo sa con esattezza. Sarebbe interessante quindi replicare il modello e proporre il report nelle scuole per commentarlo assieme ai ragazzi. Questo potrebbe diventare un metodo intelligente su cui indirizzare l’informazione attuale». La docente ha quindi suggerito di lasciare “aperta” l’inchiesta, mediante la creazione di un forum permanente sui temi proposti». La presentazione del Report, avvenuta presso l’aula “Barbara Minutoli” della Scuola Superiore di Catania è stata anche occasione per tenere vivo il ricordo della giovane giornalista collaboratrice di Sicilian Post scomparsa lo scorso settembre. «Un anno fa – conclude il direttore del Sicilian Post – iniziavamo la nostra avventura giornalistica assieme a lei, presentare qui questo lavoro – cui avrebbe sicuramente partecipato con la sua vivace intelligenza – è per noi motivo di grande commozione».
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