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La Si­ci­lia di Rick Ste­ves: «Gli ame­ri­ca­ni han­no una vi­sio­ne di­stor­ta, ma cam­bie­ran­no idea»

Di Daniela Seggi |

Au­to­re di li­bri e pro­gram­mi tv sui viag­gi, l’a­me­ri­ca­no Rick Ste­ves è con­si­de­ra­to una voce au­to­re­vo­le nei viag­gi in Eu­ro­pa. La sua at­ti­vi­tà, “Rick Ste­ves’ Eu­ro­pe” ini­zia nel 1976 e pas­sa ve­lo­ce­men­te da un la­vo­ro in­di­vi­dua­le a una gran­de com­pa­gnia: ha pub­bli­ca­to ol­tre cin­quan­ta gui­de sul no­stro con­ti­nen­te, pro­dot­to la se­rie tv di viag­gi più po­po­la­re in Ame­ri­ca e con­du­ce un pro­gram­ma ra­dio­fo­ni­co di un’o­ra a set­ti­ma­na. Rick Ste­ves’ Eu­ro­pe crea an­che tour di grup­po in tut­ta Eu­ro­pa. Lo ab­bia­mo in­con­tra­to a Si­ra­cu­sa du­ran­te una tap­pa del suo tour di grup­po e gli ab­bia­mo chie­sto del suo rap­por­to con la Si­ci­lia.

Quan­do è nata l’i­dea dei viag­gi di grup­po?«Ho ini­zia­to dan­do in­for­ma­zio­ni di viag­gio at­tra­ver­so dei li­bri: il mio obiet­ti­vo era di in­se­gna­re agli ame­ri­ca­ni a viag­gia­re in ma­nie­ra con­for­te­vo­le per co­no­sce­re di più il mon­do. Solo dopo è ve­nu­to il Tour ope­ra­tor, che pri­ma ge­sti­vo da solo men­tre ades­so ho cen­to col­la­bo­ra­to­ri nel­la mia sede di Ed­monds, nel­lo Sta­to di Wa­shing­ton».

Per­ché l’Eu­ro­pa?«L’Eu­ro­pa è la no­stra pri­ma de­sti­na­zio­ne, poi si sono ag­giun­ti l’A­fri­ca, l’In­dia e il Sud Ame­ri­ca. Il vec­chio con­ti­nen­te è l’i­ni­zio, l’in­tro­du­zio­ne al re­sto del mon­do. L’I­ta­lia è la de­sti­na­zio­ne più ri­chie­sta: la più po­po­la­re nei viag­gi, la più ven­du­ta nel­le gui­de di viag­gio e la più vi­sta nei pro­gram­mi TV: ab­bia­mo quat­tro pun­ta­te sul­l’Ir­lan­da, due sul Por­to­gal­lo e ben 18 sul­l’I­ta­lia».

Cosa l’ha spin­ta a pro­por­re la Si­ci­lia?«Gli ame­ri­ca­ni han­no una vi­sio­ne di­stor­ta del­la vo­stra ter­ra: pen­sa­no sia pe­ri­co­lo­sa, spor­ca e “dif­fi­ci­le”. È im­por­tan­te fare sa­pe­re, in­ve­ce, che è si­cu­ra, pu­li­ta e ac­co­glien­te. La gen­te non ca­pi­sce quan­to la sto­ria di que­st’i­so­la sia ric­ca e im­por­tan­te. È come una “la­sa­gna” con di­ver­si li­vel­li di sto­ria e arte nel cor­so dei se­co­li. Per me è una splen­di­da sfi­da quel­la di spie­ga­re la vera Si­ci­lia agli al­tri».

È la sua pri­ma vol­ta in Si­ci­lia?«Sono sta­to in Si­ci­lia da stu­den­te e cir­ca 15 anni fa per fare un so­pral­luo­go, poi sono tor­na­to con la trou­pe per una pun­ta­ta su Pa­ler­mo, Ce­fa­lù, l’Et­na e Taor­mi­na».

Cosa ha tro­va­to di di­ver­so?«La Si­ci­lia è cam­bia­ta: cao­ti­ca ma in ma­nie­ra po­si­ti­va. Se quan­do vai in Ita­lia ti pia­ce Roma, puoi con­ti­nua­re il viag­gio per­ché sarà me­ra­vi­glio­so. Di­ver­sa­men­te, non pro­se­gui­re per­ché per te po­trà solo peg­gio­ra­re. Mi pia­ce Roma, ado­ro Na­po­li ma amo la Si­ci­lia per­ché è l’e­stre­mo di tut­to ciò che è l’I­ta­lia: ot­ti­mo cibo, gen­te ac­co­glien­te, tan­ta “vita” e tan­ta sto­ria».

Chi de­ci­de su qua­le de­sti­na­zio­ne pun­ta­re?«Lo de­ci­de la gen­te: noi pro­gram­mia­mo dove c’è ri­chie­sta e dove ab­bia­mo del­le ot­ti­me gui­de che ac­com­pa­gna­no i no­stri grup­pi. Tut­te le no­stre gui­de sono fe­no­me­na­li e ama­no la Si­ci­lia. Le gui­de bra­ve e la fama di viag­gi av­ven­tu­ro­si ci per­met­to­no di ren­de­re il viag­gio un’e­spe­rien­za».

Qua­li sono i pro­get­ti fu­tu­ri per la Si­ci­lia?«Sono qui per la­vo­ra­re a una nuo­va gui­da e per una pun­ta­ta del mio pro­gram­ma tv. Sto par­te­ci­pan­do a uno dei miei tour per es­se­re ag­gior­na­to sul­la si­tua­zio­ne, con­si­de­ran­do che ogni anno ab­bia­mo cir­ca 30 grup­pi solo per la Si­ci­lia è im­por­tan­te re­sta­re “con­nes­si” con la real­tà. Stia­mo la­vo­ran­do su una gui­da per­ché que­st’i­so­la ha una pic­co­la par­te nel li­bro sul­l’I­ta­lia ma non è ab­ba­stan­za. Sarà una sana com­pe­ti­zio­ne con la Lo­ne­ly Pla­net: ad esem­pio, ab­bia­mo fat­to una pas­seg­gia­ta per il cen­tro sto­ri­co di Si­ra­cu­sa e ab­bia­mo vi­sto che Or­ti­gia non è solo il Duo­mo o il Tem­pio di Apol­lo. È la cul­tu­ra di oggi: ho as­sag­gia­to il sel­tz al li­mo­ne e pos­so solo im­ma­gi­na­re cosa mi aspet­te­rà quan­do ar­ri­ve­rò a Ca­ta­nia; ma non pos­so di­strar­mi: dob­bia­mo sce­glie­re bene per­ché gli ame­ri­ca­ni fan­no viag­gi bre­vi e vo­glio­no il me­glio».

Ci sarà un nuo­vo pro­gram­ma TV sul­la Si­ci­lia?«Non nel­l’im­me­dia­to: la prio­ri­tà è nel­la gui­da; spe­ro in fu­tu­ro di fare un al­tro pro­gram­ma in tv so­prat­tut­to per­ché ho sa­pu­to che il mio show vie­ne tra­smes­so an­che in Ita­lia su Sky, si chia­ma “L’Eu­ro­pa di Rick Ste­ves”. Sono cu­rio­so di ascol­tar­mi con una voce ita­lia­na e in ogni caso, la Si­ci­lia me­ri­ta il suo spa­zio».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA