Da città dei servizi a città dormitorio: il sogno tradito di Giarre e la Sicilia che non cambia

Di Redazione / 02 Agosto 2021
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GIORGIO ROMEO

La frazione di Santa Maria La Strada rappresenta uno dei nuclei più antichi dell’attuale Giarre. Qui, infatti, la leggenda vuole che, intorno al 1081, Ruggero I di Sicilia, dopo aver espugnato Taormina ed Aci, sia stato vittima di un’imboscata saracena. Il conte invocò l’aiuto della Madonna e riuscì a mettere in fuga gli arabi. Così, in segno di ringraziamento, fece edificare un santuario dedicato alla Vergine Odigitria (colei che indica la strada) e una cisterna affinché potesse dare ristoro ai viandanti. Oggi del santuario medioevale non rimane pressoché nulla e la chiesa si presenta molto diversa da allora, mentre il pozzo ci ricorda ancora la sua antica origine e la sua funzione primaria. Per ironia della sorte, però, a Santa Maria la Strada e in particolare in una strada il cui nome sembra oggi una beffa, via dei Normanni, l’acqua nel 2021 non scorre quasi più, costringendo gli abitanti del luogo a continui disagi e disservizi. Attrezzati da anni con autoclavi e vasche (le quali in regime normale si riempiono solamente di notte vista la bassa pressione generale) gli abitanti del quartiere sono stati spesso e volentieri costretti a chiedere l’intervento di un’autobotte comunale (quando questa non è guasta). Recentemente il vicino comune di Riposto avrebbe messo a disposizione una “condotta aggiuntiva”, ma i lavori, mentre in Sicilia si registrano alcuni dei giorni più caldi dell’anno, pare non siano ancora cominciati. Del resto Giarre è in dissesto, e così l’ordinario diventa straordinario. L’unica cosa che rimane a un sindaco da fare, di fronte a problemi idrici che non riguardano solamente la frazione, è dunque pubblicare sul sito del Comune delle note in cui invita i cittadini «ad un uso [dell’acqua] ancora più moderato e consapevole di quello già attuato, anche in vista del protrarsi dell’eccezionale periodo di elevate temperature».

In alto, la piscina regionale di Giarre, realizzata nel 1985 e progettata dagli architetti S.Patané, N.Castorina e dall’ing. G.Pennisi, finanziata dalla Regione Siciliana (foto Gabriele Basilico per Alterazioni Video)


UNA CITTADINA TRASCURATA. La condizione della zona residenziale di Santa Maria La Strada, a nord di Giarre, periferica e trascurata, con la sua villetta comunale impraticabile e le strade piene di buche mai pulite dalla nettezza urbana, non è che la punta dell’iceberg di una situazione diffusa in una cittadina da sempre benestante, a suo modo ambiziosa, ma che non ha saputo – come tante altre realtà analoghe dell’hinterland, e per questo è opportuno parlarne, poiché vi sono tante, troppe Giarre in Sicilia – guardare al di là del proprio naso. Oggi più che la “città dei servizi” – come veniva presentata fino a non molto tempo fa, in virtù della presenza dei negozi, di un ospedale, di un tribunale, delle scuole e per un po’ perfino di un piccolo polo universitario, che servivano i paesi del circondario – Giarre si presenta come poco più di un dormitorio, assopita e silente in assenza di una vera e propria prospettiva e senso di sé.

CAPITALE DELL’INCOMPIUTO. Ma per cosa è famosa Giarre nel mondo? Attraverso una rapida ricerca nell’archivio del New York Times scopriamo che essa è stata citata in varie occasioni [clicca qui e continua a leggere su Sicilian Post]

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Pubblicato da:
Giorgio Romeo
Tag: giarre immobilismo incompiute incompiuto siciliano sicilia