L’INFERIORITA’ DEL “FELTRISMO” TRA NESSUNO STILE E L’INCUBO DEI “DANE'”.

Di ottavio cappellani / 26 Aprile 2020

[02:23, 25/4/2020] Ottavio: L’ho gia detto, bisogna compatirlo, Vittorio Feltri. Ma non come – cosa orribilmente offensiva – coloro (e sono tanti, troppi) che gli danno del vecchio: ci sono adorabili vecchietti, dolcissimi nel loro rincoglionimento, strappati agli affetti, nelle case di cura e di riposo, in questo momento (riprendeteveli appena potete, spupazzateveli di baci), per potere dare del “vecchio” (è un aggettivo meraviglioso, non un insulto) a uno come Feltri.
Bisogna compatirlo. Colto con le mani nella marmellata che si spalmava sulla faccia rotolandosi nello zucchero del reddito, non ha reagito da “vecchio rimbambito”, con un sorriso, chiedendo scusa, con l’autoironia dei veri vecchi. No, ha reagito come un giovane e malvissuto furfante, con lo sguardo cattivo e astioso, usando quelle parole che neanche più avrebbe il diritto di usare, dicendo “indegni” a chi ha interpretato le sue parole proprio come andavano interpretate: come parole di un razzista.
Adesso, fosse davvero un elegantone, e non lo è (è sempre overdressed o kitsch, sembra sempre che si vesta come ha visto vestito qualcun altro, non ha nessuno “stile”), fosse davvero uno bravo con le parole, e non lo è (il suo pubblico riesce a “leggere” solo i suoi articoli, al di sotto dei quali c’è il grugnito), fosse anche solo ricco (e non lo è, parla continuamente di quanto guadagna, ma che “povero”), non glielo perdoneremmo lo stesso. E’ solo un essere inferiore, Feltri, ma ovviamente non mi riferisco alla “razza”, mi riferisco al suo non avere mai scritto nulla di rilevante, nulla che possa restare, nulla che abbia mai spostato la cultura di questo disgraziato paese, è uno che scrive in maniera “inferiore”, e si vede, uh se si vede, che non solo inferiore lo è, ma ha anche un complesso di inferiorità che gli cola dalle orecchie.
Bisogna compatirlo. Non sono d’accordo con la tempesta che sta per arrivargli sulla testa, a lui e ai suoi sodali (alcuni che cercano di giustificarlo, inferiorizzandosi da soli, altri che, da sodali di Feltri quali sono, appena sentono che i loro “danè” potrebbero essere messi in pericolo, prendono le distanze). Cosa potrete mai fargli che non si è già fatto da solo, vivendo tra Milano e Bergamo, fermandosi ogni tanto in qualche ristorante stellato, parlando di reddito (credo che la cosa che lo abbia fatto impazzire è che Maurizio Belpietro stia ultimamente guadagnando più di lui), conducendo un’esistenza senza bellezza, senza apertura, senza orizzonte.
Mi fa pena. Voglio giustificarlo perché è rimasto vedovo in giovane età con figli da crescere. Forse è stato allora che è diventato ottuso, uno scecco a testa bassa, carichi di patate sulle spalle, con l’orrore di fare patire la fame ai figli. Voglio giustificarlo, perché non sono come lui, non lo penso che “ci è nato così”.
Compatitelo: ha attorno persone che pensano solo al “reddito”, e in nome di quello pronti a vendersi a chiunque. Gente sfondata, altro che superiori.
Ah, per non passare da razzista, vorrei precisare che anche al Sud ci sono persone che giudicano solo in base al reddito. Proprio come Feltri. Uh se ci sono gli arripudduti pure da noi.

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Redazione
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