“Il politicamente corretto ucciderà la commedia”. Lo ha detto Jerry Seinfeld, che voi non ovviamente non sapete chi sia perché siete troppo impegnati a essere indignati e seriosi. Chris Rock e Larry the Cable Guy non fanno spettacoli di stand up comedy nei campus dei college perche “gli studenti sono troppo politicamente corretti”. Se ne parlerà il 25 novembre alla Triennale di Milano.
Jerry Seinfield sbaglia: la commedia è già morta. Fate un giro sui social. Sono tutti hater, odiatori, gente che se legge una qualche battuta, un “joke”, salta sulla sedia. In parte è dovuto al fatto che credete troppo alla politica. Affascinati dal potere ne assumete il linguaggio. Ma il politico parla in maniera seriosa non perché è serio bensì perché ha bisogno di un nemico. E’ il politicamente corretto ad avere dei nemici, non la satira. I politicamente corretti sono pieni di nemici.
La commedia è già morta. E, mi dispiace per voi, questo la rende molto cool. E’ una cosa da riscoprire come il vinile. E’ una nicchia destinata a diventare mainstream. Certo non la nostra satira all’italiana che ha come unico obiettivo un passaggio in televisione. Avete notato che tra gli special comedy di Netflix non ci sono italiani? Sto parlando di una commedia “indipendente”. La nicchia è il lusso della commedia. Persone che si riuniscono come cospiratori in cantine malfamate con un microfono in mano. Come faranno gli hipster ad essere al contempo cool e politicamente corretti adesso che la commedia è diventata “la cosa nuova da scoprire prima che la scoprano gli altri”?. Gli esploderanno cervello, scarpe e smartphone.
E’ così che vi vuole la politica: fermi. Il politicamente corretto restringe il vostro linguaggio fino a renderlo piccolo come una fava. Una fava piccola, s’intende. Perché bisognerebbe essere “politicamente” corretti quando la politica è così scorretta? Prendetevi in giro, tutti insieme, musulmani, indù, ebrei, cattolici, protestanti, neri, bianchi, marroncini, fucsia. Se ridete è più difficile che vi mettiate a spararvi l’uno con l’altro. Tutti giù in cantina!