Dico, potevo io esimermi da un commentino politico sulle europee? Ma certo che potevo. Eppure ci sono poche cose che mi rendono più felice del fare le cose dalla quale posso esimermi.
Per cui eccovi un bel resoconto, serio e faceto, sul bordellone che sta succedendo.
La prima dichiarazione di Di Maio, ieri notte (voglio le droghe che prende Di Maio) è stata “Sono deluso dal Sud” (fonte Corriere della Sera), senza considerare che, in Sicilia, il Movimento Cinque Stelle continua a essere il primo partito, in controtendenza rispetto ai dati italiani.
Ci sono stati attivisti – pare, parrebbe, si mormora – che alla dichiarazione del “capo politico heil Di Maio” hanno iniziato a vomitare le patatine fritte, le moretti e quei piccoli compfort alimentari che servivano a passare la nottata elettorale.
Al che, non contento, Di Maio ha convocato una “congiunta” (senatori e parlamentari) per ieri, lunedì, nella quale bisognava discutere i risultati del voto. I parlamentari e i senatori grillini hanno – giustamente – risposto: “Tu convochi noi? Statti un po’ lì fermo dove sei, accanto a Salvini, che, se vogliamo ti convochiamo noi”. Risultato: congiunta rinviata a domani.
Ancora: Di Maio ha convocato un “vertice” (vertice de che non è dato capire) e dopo questo “vertice” ha fatto la sua conferenza stampa dicendo di avere sentito “tutte le anime del partito” che avrebbero, secondo queste anime fluttuanti nel cosmo di Di Maio, assoluta fiducia nei suoi confronti. Non vi diciamo le battute sulle “anime”, si sa soltanto che in questo vertice di anime non c’era un solo siciliano, che, a fronte del 43 % delle scorse elezione si era accontentato di un ministro e di due sottosegretari, e che adesso, a fronte dei rumor sul rimpasto di governo, in cui Di Maio dovrebbe cedere non poco alla Lega per non tornarsene a casa, giustamente dicono: “Luigi, hai problemi con Salvini? Sono, se permetti, fatti tuoi. Innanzitutto veditela con noi, con i siciliani”.
Di passaggio citiamo anche il fallimento di Alessandra Todda, fortemente sponsorizzata da Di Maio in persona, e che ha creato non pochi malumori sulla piattaforma Rousseau.
Insomma, qui lo dico e qui lo annego, il Cappellani vi dice che il vero problema di Di Maio, a questo punto, non è Salvini, ma i siciliani, ancora primo partito dell’isola.