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AUGURI DAGOSPIA! VENTI ANNI DI SESSO, POTERE E NEW JOURNALISM.

Di ottavio cappellani |

Trovo solo adesso un momento per celebrare (con me stesso, neanche con Roberto) i venti anni di Dagospia: lettura d’obbligo dell’elite italiana, ossia l’elite più scarsa che possa esistere. Ciò non toglie che i miei articoli più belli, liberi, sfrontati, siano stati pubblicati proprio da Dago. Questo perché il pubblico di Dagospia e Roberto D’Agostino sono due entità differenti che si incontrano sull’equivoco. Ma cosa è la nostra epoca se non un equivoco?

Quando qualcuno, per denigrare l’unico sito che consulto quotidianamente, sottolinea la presenza di un po’ di soft porno sul sito (la differenza tra hard e soft è che nell’hard si succhia, nel soft si softia), me ne sbalordisco: che differenza c’è tra il potere e il sesso qualcuno dovrà pure spiegarmelo. Banchieri, industriali, politici, guardateli in faccia: come farebbero a scopare senza quel pochino di potere che hanno? La genialità dei Cafonal è lì: uomini indecenti succhiati da donne sformate.

L’estetica del Potere passa da un porno scadente, contro il quale Dago – a volte – schiera un porno di qualità (ma non esiste un porno di qualità, l’unico porno di qualità si chiama “amore”).

Così il voto in parlamento e un pompino non hanno nessuna differenza di valore: questo ti spiattella Dagospia. Un’alleanza trasversale e una pecorina sono la stessa cosa. Gente sfigata che incontra altra gente sfigata legittimata da un voto popolare sfigato.

Ultimamente Roberto sembra avere dato una svolta conservatrice al suo sito: nulla di strano, il suo modello – che ha abbondantemente superato – è Drudge Report. E poi Roberto vive bene, frequenta bene e ognuno a casa sua deve fare quello che cazzo gli pare.

Il suo vero e unico interesse è l’arte contemporanea, e il suo sito è una installazione perenne tra le più magnifiche. Segue la vecchia scuola per la quale l’artista è quello che riesce a vendere la “piramide invisibile” e farsi un po’ di soldi alla faccia del parvenu. Crede nell’elite dell’arte come a una uberelite, anche se questo tipo di transavanguardia riscaldata al microonde non sposta il mondo ma al massimo qualche bonifico.

Se avete voglia di verità leggete Dagospia con la stessa reverenza che dovete a una messa. Se avete voglia di realtà… scherzavo… nessuno di voi ha voglia di realtà.

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