Rosaria Aiello trattiene a stento i lunghi capelli ricci. Incorniciano un volto sorridente in cui brillano scintillanti occhi chiari. La pallanotista catanese, calottina azzurra numero 6, unica siciliana del Setterosa che a Rio ha conquistato l’argento olimpico, è una giovane donna solare ed elegante. Ventisette anni compiuti lo scorso 12 maggio, Rosaria è un’atleta coi piedi per terra, conosce i sacrifici e, a chi le fa notare che, per l’Italia, sia stato un peccato perdere la finale contro gli Stati Uniti replica: «Non abbiamo perso una medaglia. A dire il vero, noi del Setterosa abbiamo vinto una medaglia».
Ed è l’unica risposta possibile per lei che a quell’argento ci è arrivata dopo anni – quattordici per l’esattezza – di sogni e rinunce. Quattordici anni di allenamenti, trasferte e trasferimenti che l’hanno portata, dopo una breve parentesi a Padova, a tornare in Sicilia ed entrare in vasca con le maglie dell’Ortigia Siracusa, dell’Orizzonte Catania fino ad approdare, due anni fa, alla Waterpolo Messina dove continuerà a combattere da centrovasca. In questi anni, Rosaria, ha collezionato un “discreto” palmarès. Da quando è entrata stabilmente nel giro della Nazionale maggiore, prima dell’argento olimpico ha messo in bacheca un oro e un bronzo europei, un argento alla World League e un bronzo ai Mondiali 2015.
Come e quando hai iniziato con la pallanuoto?
«I miei genitori giocavano a pallavolo e, sin da piccola, ho amato lo sport. All’inizio però facevo nuoto e giocavo a pallavolo. Poi, a 13 anni, grazie a mio fratello ho scoperto la pallanuoto e ne sono stata folgorata. È stato un amore a prima vista da cui è scaturita la grande passione che mi ha portato fino a qui».
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