Avvocato, specializzata con un master, giurista d’impresa, Paola Di Rosa è una delle figure chiave sulla scena dell’innovazione e del mondo delle startup di Palermo e siciliano in generale. Un ruolo conquistato “sul campo”, che l’ha portata a fondare AtFactory StartupLab, un programma di pre-accelerazione per la costruzione del business model e della strategia efficace per lo sviluppo di una startup. «Ho conseguito un master come un giurista d’impresa, professionista che unisce alle specifiche competenze legali il ruolo manageriale, contribuendo con le altre funzioni aziendali alla creazione dei processi decisionali e gestionali dell’impresa – racconta Paola -. In più ho svolto attività di consulenza per le stesse aziende alla ricerca di una finanza alternativa che le aiutasse a superare il credit crunch bancario degli anni della crisi (2008). Sono sempre stata molto attenta ai bisogni delle aziende e alla ricerca di nuove soluzioni ecco perché mi sono avvicinata alla Finanza dell’Innovazione come il Venture Capital e l’Angel Investing e quindi al mondo delle startup».
Com’è nata l’idea di AtFactory?
«Dopo alcune esperienze associative come in ItaliaCamp o nella Fondazione Sicilian Venture Philantropy che ho contribuito a fondare, mi sono accorta che la fenomenologia delle startup – per quanto questo termine sia ormai un po’ abusato – è poco conosciuta. Le istituzioni, le politica e anche lo stesso tessuto economico siciliano così come le banche, fanno ancora un po’ fatica a capirne l’essenza e le necessità. Per questo abbiamo creato AtfActory Startuplab: sia per dare supporto strategico e relazionale alle startup del nostro network sia per diffondere la cultura dell’innovazione tra gli studenti, le imprese e le istituzioni. Oggi siamo un team coeso e quasi tutto femminile. Con Anna Amalfi e Giorgia Li Greci stiamo lavorando a tanti progetti interessanti come gli Hackathon, i Digital Talk e il Lean Enterprise Machine».
Come vedi il panorama dell’innovazione in Sicilia?
«Sicuramente c’è un bel fermento. Ci sono diverse community – ciascuna con il proprio background e competenze – che contribuiscono a creare un’ecosistema innovativo regionale. Con molte di loro siamo in contatto e lavoriamo insieme, come con la communty di Catania di Tim WCap, Youth Hub, Vulcanìc o quella messinese di Startup Messina. Dobbiamo però ancora fare uno sforzo e riunire anche le altre realtà per diventare massa critica ed essere visibili e presi in considerazione dalla politica. Purtroppo, nonostante molti politici parlino di startup, le politiche vere, gli investimenti in laboratori dal basso in startup, come i nostri, sono molto esigui. Per non dire inesistenti».