Rinnovare la tradizione
La rivincita dei grani antichi
Una società catanese commercializza un arancino fatto con il grano invece che con il riso utilizzando solo prodotti tipici
Lo hanno chiamato “granancino” ed è l’ultima felice intuizione in tema di cibo siciliano e vale più di mille campagne pubblicitarie. Non è stato creato tanto per fare business, quanto per dimostrare che si può veicolare la qualità dei prodotti autoctoni siciliani senza inventare improbabili accostamenti (arancino al salmone docet o “peggio” alla Nutella”, ) che con l’arancino non c’entrano nulla e con la qualità ancora meno.
Si tratta di un arancino fatto non con il riso, ma con il grano, in particolare le varietà “Tumminìa” o “Perciasacchi” grani antichi di Sicilia. Lo ha inventato, depositandone il marchio, la “Omnia Agricola”, una srl con sede a Catania ma di fatto operativa a Vittoria che si occupa di commercializzare i prodotti di un centinaio di aziende siciliane tutte rispondenti a precisi standard di qualità a partire dalla produzione bio del grano. Ne hanno fatto quattro versioni: al ragù di maialino nero dei Nebrodi e caciocavallo ragusano, con prosciutto e caciocavallo ragusano, “vegetariano” con verdure (zucchine, pomodori secchi etc.), e il ”noccioloso”, un arancino dolce, con una crema di nocciole, ma non è la nutella con l’olio di palma e una nocciola intera all’interno.
Al pubblico costa 2 euro, tanto quanto un arancino classico del quale, spesso, non si sa cosa ci sia veramente dentro.
Forse i puristi storceranno il naso, ma l’invenzione del “granancino” è la prova di come si possa reinventare davvero la tradizione alla faccia dell’arancino alla rucola e gamberetti (argh!!!!).COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA