Zambrano, i terroristi e la colpa

Di Redazione / 23 Maggio 2017

CANNES, 23 MAG – La stagione buia del terrorismo e quel che resta dopo: a raccontarla da una prospettiva inesplorata è una talentuosa regista che all’epoca dei fatti aveva 6 anni, “i miei genitori mi dicevano di fare attenzione in generale, ma niente di più, con quel clima dovevi convivere”, dice Annarita Zambrano che con il suo film d’esordio Dopo la guerra è in concorso a Cannes, a Un Certain Regard. Il film affronta un caso inventato ma potenzialmente simile a tante storie note, a quella di Cesare Battisti ad esempio, o alle decine di fiancheggiatori o terroristi rifugiati in quegli anni nell’accogliente Francia di Mitterrand. Giuseppe Battiston è Marco, ex militante condannato per omicidio e rifugiato in Francia dove ha trovato asilo. Mentre a Bologna nel 2002 la protesta contro la riforma del lavoro, la legislazione dell’art.18 esplode all’Università e viene ucciso un giusvalorista (riferimento a Marco Biagi), vecchie ferite politiche tra Italia e Francia si riaprono. Il film uscirà nelle sale italiane in autunno.

Condividi
Pubblicato da:
Redazione
Tag: cultura