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Vita (e gloria) d’attore

Lo spettacolo, in scena al Platamone, nato nell’ambito del progetto AArt to be actor - The expereience of Giovanni Grasso" di Lucia Sardo e Marcello Cappelli dedicato all’artista catanese che agli inizi del Novecento con la sua potenza espressiva sconvolse la scena internazionale. Hanno collaborato alla messa in scena Colapesce, Biagio Guerrera e Luca Ruzzo

Di Giovanna Caggegi |

Vita, imprese e glorie teatrali del grande Giovanni Grasso. Tra storia e leggenda, fra realtà e mito, rivive la straordinaria parabola umana e teatrale dell’attore siciliano che agli inizi del Novecento sconvolse la scena internazionale con la potenza espressiva della sua arte e l’impareggiabile forza innovativa del suo metodo, ottenendo successi in tutta Europa e in America. Otto giovani attori – selezionati a conclusione della prima parte di Art to be actor – The experience of Giovanni Grasso, progetto curato dall’Associazione Mandarakè di Marcello Cappelli e Lucia Sardo e realizzato con il contributo della comunità europea Programma Erasmus, andranno in scena il 27 e il 28 luglio al Cortile Platamone di Catania con lo spettacolo Vita straordinaria ri don Giuanni Grasso. Dopo quattro mesi intensi di formazione sul vastissimo repertorio dei materiali scenico-espressivi che componevano l’esperienza di Grasso – dal cuntu dell’Opera dei Pupi alla biomeccanica teatrale fino alla Commedia dell’Arte -, per l’allestimento dello spettacolo sulla vita del grande artista catanese, il regista Marcello Cappelli, affiancato dall’attrice Lucia Sardo, ha coinvolto tre nomi eccellenti nel campo della musica, della drammaturgia e della scenografia: il cantautore Colapesce, l’autore Biagio Guerrera, e lo scenografo Luca Ruzza, che ha realizzato anche le proiezioni video sui teli mobili della scenografia.

Art to be actor Giovanni Grasso

Da sinistra Biagio Guerrera, Marcello Cappelli, Colapesce e Lucia Sardo

«Mi sono limitata a dare qualche suggerimento – racconta Lucia Sardo -. Il merito è tutto di Marcello. Doveva essere un romano come lui ad accorgersi che Catania non onorava uno dei suoi più grandi talenti. Se in Emilia Romagna avessero avuto un genio del calibro di Grasso, a quest’ora ci sarebbe un Festival, dei premi a lui intestati, un gemellaggio con l’Actors Studio di Lee Strasberg e in qualche modo ispirato dall’arte dell’attore catanese. Catania invece che fa? Lascia Grasso nel dimenticatoio delle muffe accademiche e non gli intitola nemmeno quello che fu il suo teatro, il celebre Machiavelli».L’obbiettivo principale del progetto, che si concluderà a settembre con un convegno internazionale ospitato dall’Università di Catania, era di rivitalizzare il ricordo di un grande del passato, offrendo ai giovani la conoscenza di una figura chiave della scena mondiale, ponte ideale tra tradizione e innovazione, classicità e modernità.«Nello spettacolo c’è il racconto di una vita – aggiunge Cappelli -, ma c’è soprattutto la dimensione dei giovani che si confrontano con la tradizione. Particolare entusiasmo ha suscitato tra i 18 corsisti lo stage sul ‘cuntu’ e sull’Opera dei Pupi condotto dai Fratelli Napoli. Ciò significa che i giovani vogliono recuperare l’aspetto emozionale dell’esperienza teatrale».

Giovanni Grasso

Giovanni Grasso

Sulla scena, in una dimensione sospesa tra sogno, immagini storiche e visionarietà poetica, gli otto attori racconteranno in suggestivi tableaux vivants la vita privata, il successo e l’opera del grande protagonista siciliano che, giunto in tournée fino alla lontana Odessa, tanto aveva impressionato lo scrittore russo IsaaK Babel.«Ho lavorato alla drammaturgia seguendo il percorso delle prove – spiega Biagio Guerrera -. Da un lato ho attinto a materiali testuali già esistenti, cioè a opere interpretate dalla compagnia di Grasso, tra gli altri D’Annunzio e Capuana. Poi ho inserito testi nuovi, quelli dialogici nati dalla improvvisazione degli attori e quelli più lirici, per comporre una partitura ricca e polisemica». Prima esperienza di creazione di musiche di scena per Colapesce, il cantautore siracusano che intanto lavora al suo prossimo album in uscita a fine anno. «A teatro è la mia prima volta – conferma -. Avevo già esperienza in diversi progetti cinematografici. Qui ho curato non solo l’aspetto musicale ma anche di sonorizzazione dello spettacolo. Per me una bella occasione, molto stimolante, per approfondire la figura di Giovanni Grasso. Rifacendomi alla sua esperienza internazionale, ho evitato l’immaginario strettamente siciliano e folkloristico e ho potuto diversificare lo spettro sonoro della messa in scena con interventi di elettronica».

Art to be actor Giovanni Grasso

Un momento delle prove di “Vita straordinaria ri don Giuanni Grasso”

giovannacaggegi@yahoo.it

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