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Violentata in ascensore a Napoli, torna libero anche terzo indagato

Di Redazione |

NAPOLI – La Procura di Napoli le crede, i giudici di tre distinti collegi del Riesame giudicano le sue dichiarazioni poco attendibili e contraddittorie: ritengono in particolare che non sia accertato, allo stato degli atti, il diniego della vittima. Così è tornato in libertà, oggi, anche l’ultimo dei tre giovani fermati dopo la denuncia di stupro presentata da una 24enne il 5 marzo scorso: lei ha raccontato in lacrime gli abusi subiti in un ascensore della stazione della Circumvesuviana di San Giorgio a Cremano, i tre giovanissimi hanno ammesso i rapporti ma sostenendone la consensualità. Il gip aveva convalidato le carcerazioni, il Riesame le ha bocciate: «Non è raggiunta, allo stato degli atti, la soglia della gravità in ordine al dissenso alla consumazione dei rapporti», scrivono i giudici. Decisione contro cui la Procura di Napoli si prepara a presentare ricorso in Cassazione. Il legale della 24enne, Maurizio Capozzo, ripete di non aver cambiato opinione sul racconto della sua assistita: «La decisione del Riesame apre nuovi scenari che la Procura valuterà, e se ci sono margini per ricorrere contro il provvedimento sono sicuro che lo farà. Per il momento mi preoccupo delle condizioni di salute della mia assistita che è distrutta, fisicamente ma soprattutto moralmente».

Ad alimentare i dubbi del Riesame soprattutto due elementi. Anzitutto la condizione psicologica della giovane donna, in cura da tempo in un centro di salute mentale per combattere una forma di anoressia che l’aveva portata a pesare 28 chili; poi le immagini riprese dalla telecamera di sorveglianza puntata sull’ascensore, nel pomeriggio del 5 marzo. La giovane ha sostenuto di essere stata spinta nel vano, e qui di essere stata violentata dai tre, a turno, senza riuscire a reagire. Dall’esame delle immagini i giudici non hanno trovato riscontro a queste dichiarazioni: sembra infatti che i video mostrino i tre giovani e la 24enne in atteggiamenti amichevoli, o comunque non conflittuali, sia all’ingresso che all’uscita dall’ascensore. Di contro, la Procura rimarca gli esiti della perizia medica e di quella psicologica cui è stata sottoposta la donna dopo la denuncia. La prima ha evidenziato lesioni intime che avallerebbero l’ipotesi dello stupro, la seconda non ha fatto emergere profili di inattendibilità. Ma – commenta l’avvocato Massimo Natale, legale di Raffaele Borrelli, il giovane scarcerato oggi – «emergono enormi discordanze rispetto alla visione della videoregistrazione della telecamera di sorveglianza. La ragazza, in sostanza, non è risultata credibile». Un giudizio che ha accomunato tutti e tre i collegi del Riesame chiamati a pronunciarsi sui ricorsi presentati in date diverse dai legali degli indagati: nei giorni scorsi erano infatti già tornati liberi Alessandro Sbrescia e Antonio Cozzolino.

«Ora ho paura, temo una vendetta, loro sanno dove abito», ripeteva ieri sera la 24enne intervistata, volto e voce protetti, a ‘Porta a Portà. Rabbia, frustrazione sono state le sue reazioni alle decisioni dei giudici: «Mi sono quasi pentita di aver denunciato, di aver iniziato questo percorso tortuoso». E ancora, su quanto accaduto un mese fa: «Mi sono sentita trattare come uno scarto, un rifiuto. In quei minuti mi sentivo in una condizione di distacco dal mio corpo, ho cominciato a odiarlo». La donna fu trovata in lacrime su una panchina della stazione, in stato di choc. Soccorsa da un passante, fu portata in clinica e medicata. Raccontò subito l’accaduto alla polizia, che nel giro di poche ore, grazie anche ai filmati di sorveglianza, eseguì i fermi dei tre accusati: uno ha 18 anni, gli altri due 19. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA