PECHINO – Il primo carico di 40 tonnellate di arance, qualità moro e tarocco, è stato venduto a Shanghai grazie alla rete di supermercati: per il prossimo ordine dalla Sicilia, «sperando di poter importare anche di più», si dovrà aspettare febbraio o marzo del 2020.
Mao Hongming è il titolare della Ningbo Textar Trading&Industry, la società che ha fondato e che per prima ha deciso di “presentare” al mercato cinese lungo la nuova Via della Seta marittima gli agrumi siciliani. Ha raccontato di aver avuto «la possibilità di far partire questa avventura» quasi per caso, grazie alle frequentazioni con la Coop. «La nostra azienda fa affari con l’Europa da 20 anni e con grandi gruppi in Italia e Germania, soprattutto nel tessile. Attraverso la nostra collaborazione con la Coop siamo riusciti a portare qui un prodotto unico, coltivato ai piedi dell’Etna», ha aggiunto Mao, in un evento presso l’ambasciata italiana dedicato alla commercializzazione delle arance. «Presentiamo al mercato cinese il tesoro della Sicilia», ha proseguito, volendo poi “testimoniare la qualità eccellente” del prodotto con «la sua unicità: succoso, dal sapore aspro e dolce, con scarto minimo». L’obiettivo è continuare la promozione, «portando le arance più a nord, a Pechino. «E’ impegnativo, ma ci proveremo».
Il percorso è tracciato, ha osservato da parte sua Salvo Laudani, marketing manager della Oranfrizer, la società che ha promosso la spedizione. Fondata nel 1962, con un fatturato di 40 milioni di euro a fine 2018 e con 420 dipendenti, l’azienda ha 600 ettari di terreni in dotazione. «Siamo molto contenti di aver cominciato», ha notato Laudani, per il quale la qualità delle arance sarà in grado di affermarsi anche nel Paese leader al mondo nella produzione degli agrumi, a cominciare dai mandarini.