Sulla governance “c’è stato uno scontro in questi giorni, non permetterò che un singolo paese possa vere la possibilità di un sistema di controllo e di verifica. Spetta agli organi comunitari”. L’Italia conserverà i 170 miliardi di cui si è parlato? “Ieri per l’ennesima volta c’è stato un duro confronto. Ho spiegato che c’è un limite e non va superato, per la dignità dell’Italia e degli altri paesi che in questo momento attraversano la fase più acuta della crisi. Questo piano è stato elaborato dalla Commissione europea e se viene riempito di ostacoli operativi e di meccanismi che ne condizionano l’efficiacia, non serve a nulla. Ho richiamato tutti ad un’assunzione di responsabilità, qui non stiamo scherzando e non possiamo guardare il nostro ombelico nazionale, stiamo offrendo una riposta europea”.
Bisogna raggiungere un accordo “per i cittadini, per la gravità delle conseguenze di questa crisi. Non è più tempo di tergiversare. Capisco che in un quadro così complesso ci siano state incomprensioni, chiamiamole così, ma ora bisogna finalizzare il tutto. Questo piano serve a rilanciare l’Europa e a renderla più competitiva”. “Mi sembra che il clima sia cambiato. Ieri sera, dopo la posizione molto più dura da parte di Italia, Spagna, Portogallo, Francia, Germania e anche Grecia, c’è stata una svolta. A quel punto abbiamo fatto capire chiaramente che non si può pensare di portare avanti un negoziato al ribasso, ogni giorno c’è un tentativo di abbassare le poste in gioco: su questo siamo inflessibili”, ha detto ancora il presidente del Consiglio.