Vertenza Eni a Gela, la Chiesa in campo
Vertenza Eni a Gela, la Chiesa in campo «Non si può sacrificare l’occupazione»
Il vescovo Rosario Gisana ha scritto ai vertici dell’azienda
La Chiesa scende in campo al fianco dei lavoratori in lotta a Gela contro la politica di disimpegno dell’Eni, nei confronti della Sicilia. Monsignor Rosario Gisana, vescovo della diocesi di Piazza Armerina, che già due giorni fa, ha visitato i lavoratori in lotta ha scritto una lettera ai vertici dell’Eni e che verrà letta durante la messa in tutte le chiese di Gela. Il 17 luglio, invece, giorno in cui a Roma è previsto un incontro cruciale fra il governo, l’azienda e il presidente della Regione Rosario Crocetta, a Gela ci sarà una giornata di preghiera e di digiuno. Alle 19, in tutte le chiese della diocesi, sarà invece celebrata contemporaneamente la messa. Il vescovo Gisana ha auspicato un dialogo costruttivo fra le parti. «Senza toccare le competenze altrui – scrive il vescovo – il taglio di eventuali investimenti e il perseguimento di progetti nuovi e alternativi non devono intaccare l’esistente, ma piuttosto promuovere vie di innovazione tecnologica per investire su un futuro possibile e competitivo». Per il prelato «sacrificare l’occupazione dei lavoratori e i bisogni primari delle loro famiglie significherebbe una sconfitta della capacità d’investimento dell’Eni, oltre all’evidente atto di tradimento che purtroppo verrebbe a pesare sull’opinione pubblica. Non è facile dimenticare il danno pregresso che ha investito la salute fisica dei cittadini, i quali attendono oggi una fattiva remunerazione in termini di attenzione e voglia di innovare. Voltare la faccia ed alzare i tacchi costituiscono un atteggiamento deleterio – conclude – che potrebbe non soltanto creare nuovi sistemi di male, ma anche frustrare definitivamente l’affidabilità alle istituzioni vigenti».