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Veronica Pivetti: sfida contro il pregiudizio con “Viktor Und Viktoria”
Catania – Se sono stati il cinema e la tv a consacrarne la popolarità, con l’indimenticabile personaggio dell’infelice Fosca in “Viaggi di nozze” di Carlo Verdone o con quello dell’insegnante detective Camilla Baudino di “Provaci ancora Prof”, è al teatro che Veronica Pivetti torna di frequente per raccogliere sfide sempre più complesse, sfoderando stile e impeccabile professionalità. Come le accade da qualche mese in una fortunata tournée nei maggiori teatri della penisola, accompagnata da un consenso unanime di critica e di pubblico, con “Viktor Und Viktoria”, celebre commedia musicale nota soprattutto per la versione cinematografica del 1982 diretta da Blake Edwards con Robert Preston e Julie Andrews, che riuscì finalmente a staccarsi dal ruolo di Mary Poppins, ma il cui soggetto risale a una pellicola degli anni Trenta prodotta in Germania e diretta da Reinhold Schünzel. Ed è proprio a quella versione originale che liberamente si ispira “Viktor Und Viktoria” scritto per la scena da Giovanna Gra, che debutterà domani (domenica 20 gennaio) a Catania al Teatro ABC (repliche il 25, 26, 27 gennaio) per la stagione di prosa “Turi Ferro”.
Storia di una donna che si finge uomo che si traveste da donna, “Viktor Und Viktoria” racconta la vicenda appassionante di Susanne Weber, attrice e cantante in disgrazia che non sa come sbarcare il lunario finché non incontra un attore italiano che le suggerirà di assecondare il gusto del tempo per il travestitismo, fingendosi uomo, Viktor, che si trasforma in una donna, Viktoria. Un gioco di doppia identità che genera attrazione, fascino, turbamento, e che cambierà in modo radicale la vita della protagonista premiata da una grande amicizia e successivamente da un grande amore. Solare e simpatica, ironica e come sempre entusiasta della vita, che definisce «una commedia con alcuni momenti tragici», Veronica Pivetti è un vulcano di incontenibile energia. La raggiungiamo al telefono durante una pausa dal lavoro di doppiaggio per il programma “I nuovi eroi” di Rai 3.
«La nostra versione di “Viktor Und Viktoria” si rifà alla pellicola tedesca – spiega – Infatti, mentre il film hollywoodiano di Edwards è ambientato a Parigi, noi parliamo di Berlino al tempo della Repubblica di Weimer, un periodo di grande libertà, di straordinari fermenti culturali, di apertura mentale, sul quale si allunga però l’ombra nera del nazismo che, come spesso capita nella storia, verrà sottovalutato».
Quali difficoltà comporta il doppio travestimento?
«È una grande sfida che mi capita per la prima volta. Susanne Weber è un’attrice squattrinata e affamata, in cerca di lavoro, a cui viene suggerito di fare un personaggio che è uomo e donna al tempo stesso. Difficile calibrare questa doppia identità anche in relazione al fatto che alcuni sanno che lei è una donna, altri pensano che sia un uomo che si traveste da donna, altri che sia una donna che si veste da uomo. Entrare e uscire da molte personalità, per un attore la cosa più esaltante che possa capitare. Il momento più difficile ed esaltante, per me che sono un’attrice diretta, è quello in cui Susanne diventa Viktor che si traveste da Viktoria, ovvero in una diva maliarda, misteriosa, ammiccante».
Qual è il segreto del successo di questa commedia?
«Intanto è divertente, ci sono la musica e le canzoni. Il tema è la libertà d’espressione, una sorta di manifesto contro il pregiudizio. Susanne crea un personaggio la cui ambiguità domina e conquista il pubblico e i palcoscenici d’Europa e d’America. Il travestitismo a quel tempo era attrazione per il mistero, per il proibito, desiderio di evadere dai ruoli prestabiliti da parte di una borghesia benpensante che poi andava la sera nei locali a misurarsi con il proprio lato oscuro. Oggi può ancora parlare al nostro tempo: di crisi economica, di pregiudizio e, ahimè, ancora di discriminazione, considerato che Susanne per lavorare deve travestirsi da uomo».
Contro il pregiudizio sessuale era il suo primo film da regista “Nè Giulietta né Romeo”. Pensa di tornare ancora dietro la macchina da presa?
Sì, certo! Ho appena finito di montare una serie web scritta da Giovanna Gra. È una sorta di parodia, un film catastrofico sul depauperamento del linguaggio e si intitola “Bleah!”. Ho anche un secondo progetto cinematografico ma devo rimandarlo per tutti gli altri impegni in corso”».
Quali?
«Un terzo libro per Mondadori. Non sarà in forma di diario come i precedenti, ma un romanzo con una storia un po’ hard. Subito dopo le recite siciliane della commedia, andrò a Torino per registrare altre puntate per la mia terza serie di “Amore Criminale” per Rai3. Il femminicidio di cui si occupa il programma è un fenomeno che non sembra arrestarsi. Bene parlarne, non spegnere i riflettori sul tema, aiutare le donne a rompere il silenzio».
Tornerà in tv la prof Camilla Baudino?
«Vorrei saperlo anch’io, anche perché tutti mi chiedono. Al momento siamo fermi alla settima serie. La Prof non è ancora andata in pensione perché troppo giovane, ma è in stand by. Il successo di Camilla deriva dall’identificazione di tutti con il periodo della scuola. Tutti mi dicono che è la prof che avrebbero voluto avere. Anch’io l’avrei voluta!”».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA