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Uova e colombe della Festa: boom di vendite

Di Pierangela Cannone |

Nei supermercati come nel Paese dei balocchi con le uova e le colombe regine delle tavole pasquali. Sebbene sia ancora presto per analizzare le vendite in termini di numeri e fatturato, la percezione degli addetti ai lavori è che quest’anno gli acquisti abbiano superato quelli dello scorso anno, complici la varietà della merce esposta negli scaffali e il ricorso alla strategia delle promozioni flash, cioè valide solo per un giorno x e associate ad un prodotto y.

Dietro al business pasquale c’è, comunque, un mondo che viene alimentato non solo dalle pretese dei piccoli, ma anche dal desiderio dei grandi, i primi a caccia della sorpresa più bella e i secondi alla ricerca del gusto. Basta fare un giro tra gli scaffali dei supermercati tra cioccolata, animaletti “pelusciosi” ed estrose farciture, per avere il polso della situazione: il costo delle uova di Pasqua si aggira tra 1,69 e 22 euro per un dolce alto in media 30 cm e che pesa poco più di due tavolette di cioccolato (circa 200 grammi). La differenza nel prezzo la fanno, come sempre, la marca e la sorpresa. Le colombe pasquali, invece, costano dai 2 ai 6 euro e anche qui l’indicatore è il marchio.

«La prima impressione è che quest’anno la gente non abbia badato a spese – dice Salvatore Abate, imprenditore di lungo corso – Le uova sono state sempre la maggiore attrazione e nel tempo si è cercato di arricchirne l’offerta, riempendo gli scaffali con ogni tipo di prodotto, dal più semplice al più variegato, dal meno costoso al più impegnativo, dall’industriale all’artigianale. La scelta della clientela per ciò che riguarda le colombe pasquali, invece, è stata guidata dalla ricerca del marchio di qualità. Tutto ciò, per noi addetti ai lavori, è sempre un elemento positivo che consente di incrementare i guadagni».

La strategia di vendita di uova e colombe, inoltre, ha fatto leva anche sul lavoro delle promoter che, soprattutto alla vigilia della Pasqua, hanno guidato la ricerca affannosa dei più indecisi, cercando di interpretarne i gusti e le esigenze. «Faccio questo lavoro nei supermercati da quattro anni – afferma Stephanie Mercurio, promoter e studentessa fuori sede – e ho notato che in queste circostanze non si bada a spese: le famiglie per sé comprano ciò che desiderano, se invece devono destinare ad altri l’acquisto, cercano la promozione e, quindi, la convenienza personale». «Ma è anche vero che spesso i clienti si confondono tra un prodotto e l’altro – aggiunge la collega Sonia – perché vogliono coniugare la bellezza, la qualità e il prezzo dell’acquisto. A tutto ciò si unisce anche la pretesa dei ragazzi che vengono attirati dai pupazzi che spesso accompagnano le confezioni che promettono di contenere sorprese “mirabolanti”. Insomma, se anche la crisi economica scoraggia dall’azzardare in acquisti velleitari, ho notato che al simbolo pasquale non si rinuncia. Soprattutto all’uovo». Tant’è che la clientela più decisa ha provveduto già da tempo alle scorte personali, nel timore di non trovare più il proprio oggetto dei desideri, evitando così gli acquisti last minute, ma precludendosi le promozioni: da più di dieci giorni, infatti, i carrelli della spesa traboccano di prodotti pasquali che sembrano essersi sostituiti al menù della festa.

Altra storia, invece, è quella delle uova e delle colombe artigianali. Quest’anno il prezzo del cioccolato è aumentato del 7% e le uova costano dai 20 ai 22 euro al chilo anziché oscillare tra 18 e 20 euro. La spesa diventa consistente quando si devono soddisfare varie voci, ma c’è sempre l’intenditore che non rinuncia ad un’opera d’arte in miniatura.

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