Attraversando piazza Stesicoro a Catania lo sguardo si posa sulle antiche rovine dell’anfiteatro romano, sulla vicina chiesa di S.Euplio o sui tre edifici ecclesiastici che ricordano i luoghi di culto di S.Agata. Per molti sono solo pietre e monumenti, testimonianze di un antico passato che attirano di più gli attenti turisti muniti guide. Pensandoci bene ci si accorge che di queste “pietre” è ricco in superficie il tessuto urbano che dalla piazza arriva fino al castello Ursino. Quelle che per molti sono solo pietre per gli appassionati studiosi di storia ed archeologia sono “libri”, da leggere e sfogliare con cura. “Libri” rari che sono arrivati indenni attraverso i secoli, fino ai nostri giorni superando eruzioni dell’Etna, terremoti e guerre. “Libri” che ci parlano delle radici storiche di Catania e dell’avvicendarsi di popoli, culture e civiltà diverse tra loro.
Alla base dell’Anfiteatro romano di piazza Stesicoro
Accanto alle testimonianze visibili in superficie esiste un’altra Catania, quella segreta, underground da visitare alla luce delle torce elettriche muniti di caschi protettivi. Si comincia dall’anfiteatro romano accompagnati da giovani guide di una associazione che da dieci anni porta avanti questo progetto di divulgazione culturale e turistica. Quello che si vede in superficie è solo una minima parte dell’anfiteatro costruito fra il I° ed il II° d.C dall’impero Romano e che ha visto la luce agli inizi del 1900. Per grandezza è secondo solo al Colosseo, la costruzione a causa dei terremoti e successiva urbanizzazione si sviluppa sotto i palazzi di via Manzoni, via del Colosseo, villa Cerami e la chiesa di S.Agata la Fornace. Camminando attraverso i grandi corridoi, alcuni transennati, si avverte la grandezza di questo monumento. Verso il V° secolo i preziosi marmi vennero utilizzati per la costruzione delle chiese di Catania.
La Cripta di S. Euplio in via S. Euplio
Accanto all’anfiteatro, in via S.Euplio, si estendeva anticamente la zona delle cripte cimiteriali. Qui troviamo i resti della chiesa omonima del XVI° secolo distrutta dai bombardamenti del 1943. Dopo decenni di chiusura è stata restaurata e dedicata alla memoria delle vittime di guerra. Aperta al pubblico, per visitare l’originaria chiesa bisogna scendere nella sottostante cripta dove si trovano le tracce del culto a S.Euplio. Per un strano destino delle quattro chiese catanesi dedicate al santo diacono co-patrono di Catania esiste solo questa cripta. Due sue reliquie si trovano in Cattedrale mentre le restanti sono venerate a Trevico (Avellino). In epoca romana (III°- IV° secolo d.C) sorsero diverse terme alimentate dal fiume Amenano. Questi purtroppo scomparve gradatamente a causa delle numerose eruzioni fino a quella del 1669 che lo seppellì definitivamente divenendo un fiume sotterraneo. Di quelle antiche terme ci sono arrivate quelle Achilleane sotto piazza Duomo,della Rotonda nel parco archeologico e quelle dell’Indirizzo, in piazza Currò, così chiamate perché inglobate nell’ex convento carmelitano di Santa Maria dell’Indirizzo. Dalla piazza sembra un edificio basso ma scendendo sotto il livello stradale, si assiste alla bellezza e complessità architettonica di queste terme. Poco distante il pozzo di Gammazita che riforniva d’acqua le concerie del territorio. Dopo l‘eruzione del 1669 che lo coprì, oggi è possibile visitarlo scendendo fino alla base del pozzo e della cinta muraria di Carlo V° miracolosamente scampate alla lava.
Recentemente, grazie ad iniziative come la Notte bianca e Musei aperti, si assiste ad un mutato interesse dei cittadini al patrimonio storico, culturale, architettonico testimoniato dalle adesioni sempre crescenti anche ad iniziative private o di associazioni per i trek urbani e le passeggiate underground. Catania non finisce di stupire chi la ama.