Roma – Dalla mano robotica controllata da un’interfaccia con i circuiti nervosi del cervello umano al Corano nella storia culturale europea, fino agli esperimenti di fisica del plasma e le crisi politiche in Europa dopo il 2008: sono questi i cinque progetti italiani che, insieme ad altri 22 progetti europei, si sono aggiudicati i fondi del Consiglio Europeo per la Ricerca (Erc). Il finanziamento complessivo è stato di 250 milioni di euro e si stima che i fondi consentiranno di creare 700 nuovi posti di lavoro.
«Questa è la quintessenza del concetto alla base dell’Europa: ottenere un risultato finale più grande e più importante della somma delle singole parti», commenta Carlos Moedas, commissario europeo per la Ricerca, la scienza e l’innovazione. «Lo scopo di questo finanziamento – rileva – è raggruppare insieme i migliori talenti nell’ambito della scienza e tirare fuori da loro il meglio».
Si tratta di progetti multidisciplinari che spaziano da nuove cure per l’osteoporosi ai circuiti nervosi alla base dei processi biologici e dei comportamenti sociali, che uniranno i migliori ricercatori di diversi ambiti per esplorare i confini della conoscenza, mettendo insieme le competenze di ognuno. I 27 progetti che si sono aggiudicati i finanziamenti sono stati selezionati tra 295 proposte iniziali e coinvolgono complessivamente 88 ricercatori di 63 università e centri di ricerca di 17 Paesi. Germania, Regno Unito e Francia si sono aggiudicati il maggior numero di progetti. Anche considerando i singoli ricercatori, i più premiati sono i tedeschi (19), seguiti dai francesi (12) e a pari merito britannici e svizzeri (con 9 progetti ciascuno). I cinque progetti italiani premiati sono guidati da Antonio Bicchi, esperto di robotica per la riabilitazione dell’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit), l’esperto in neuroscienze e neuroimaging Gian Luca Romani dell’Università Gabriele D’Annunzio di Chieti-Pescara, Roberto Tottoli dell’Università di Napoli l’Orientale, l’esperto di Chimica industriale Gabriele Centi dell’Università di Messina, e Maurizio Ferrera dell’Università di Milano, che conduce il suo progetto nel campo delle Scienze politiche con Hanspeter Kriesi dell’Istituto universitario europeo situato in Toscana.