Padova, 30 mag. (AdnKronos) – “La domanda può apparire provocatoria: pesa di più una multa da Bruxelles da 3,5 miliardi o il 34% di voti ottenuti alle elezioni Europee? La risposta tocca alla Lega di Matteo Salvini, di fronte a una Commissione Europea intenzionata a far valere le proprie ragioni sul debito eccessivo contratto dall’Italia. E, a quanto risulta, propensa ad una procedura d’infrazione del valore, appunto, di 3,5 miliardi verso l’Italia”. Lo sottolinea ‘Fabbrica Padova’, Centro Studi di Confapi.
“Le più colpite saranno le aziende che ricorrono al credito, oggi stimabili in circa 44 mila nel territorio padovano e in 220 mila in quello veneto. Le maggiori incognite riguardano soprattutto loro, e in particolare le aziende di piccole e medie dimensioni, che sono da tempo alle prese col perdurare di una situazione complicata. Stando ai dati di Bankitalia, l’andamento dei prestiti per classi dimensionali di impresa anche tra il 2017 e il 2018 ha continuato a essere in flessione per le imprese con meno di 20 addetti (-4,5% nel territorio padovano, -2,7% in quello veneto). Nel complesso, in questo arco temporale, gli impieghi totali si sono ridotti di 1,5 miliardi nel territorio padovano (da 26,2 miliardi a 24,7) e di 6,7 miliardi in quello veneto (da 148,4 a 141,7)”, sottolinea Confapi Padova.
“Le eventuali sanzioni all’Italia da parte della Commissione Ue costituirebbero un problema, anzitutto perché sottrarrebbero circa 3,5 miliardi al budget di spesa dello Stato. Ma il conto più salato sarebbe quello indotto dall’inevitabile, ulteriore aumento dello spread. La multa arriverebbe infatti alla fine di un articolato processo fatto di raccomandazioni continue da parte della Commissione Ue e di continui dinieghi a ipotesi di compromesso da parte del governo italiano. Le sanzioni avrebbero così l’effetto di accentuare al massimo la tensione sui titoli di Stato, innescando una dannosissima stretta”, avverte l’associazione.