NICOLOSI – Una turista tedesca di 75 anni che sull’Etna è scivolata in un cratere inattivo accanto ai Crateri Silvestri, a quota 1.800 mt. circa, è stata salvata dalle squadre del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico della Stazione Etna Sud (Monte Calcarazzi). La donna, originaria di Gerlimgen, ha riportato contusioni al torace ma non sarebbe in pericolo di vita. L’allarme è scattato intorno alle 14. La turista, che accusava forti dolori al torace, è stata recuperata in circa due ore dai soccorritori che l’anno recuperata in barella con le apposite tecniche di recupero alpino e l’hanno trasportata fino ad una ambulanza che l’ha trasferita a bordo di un elicottero del 118 che era atterrato nei pressi del Rifugio Sapienza«. «Tutto bene quindi – sottolinea una nota del Cnsas – grazie alla prontezza operativa degli uomini del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico che, gratuitamente, presidiano le montagne siciliane, 365 giorni all’anno 24 ore su 24». «Ma ci si chiede – continua la nota – se sia ancora ammissibile l’assenza della Regione Siciliana dal delicato campo del soccorso sanitario in ambiente impervio, demandato dal legislatore nazionale e regionale al Cnsas ma nell’ambito del sistema 118».
«Invero in Sicilia – continua il Cnsas – questa implementazione è inesistente con la conseguenza principale che l’elicottero del 118, pur essendo dotato di verricello, non può ‘calarè il tecnico del soccorso alpino ed il medico direttamente sul ferito, ma deve atterrare ed attendere che il ferito sia disceso dalle squadre mediante calate di corda e con tempi sicuramente più lunghi». «Un elicottero che recupera direttamente il ferito, invece, grazie al tecnico del soccorso alpino che si ‘calà dall’elicottero stesso – abbassa drasticamente i tempi di intervento» sottolinea il Cnsas, aggiungendo che «i minuti, in questi casi, fanno la differenza».
«Anche questa volta – conclude la nota – tutto bene grazie alla professionalità dei soccorritori del Cnsas, ma quanto si dovrà ancora attendere che la Regione faccia la sua parte? Oppure vogliamo promuovere le nostre montagne senza curare la sicurezza di chi le frequenta? ».