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Truffa e peculato al Comune di Brolo

Truffa e peculato al Comune di Brolo In manette ex amministratori e funzionari

Chiedevano prestiti e intascavano parte del denaro / VIDEO

Di Redazione |

Sette tra ex amministratori e funzionari del Comune di Brolo in provincia di Messina sono stati arrestati dallaGuardiadi Finanza e dai carabinieri nell’ambito di una inchiesta della Procura di Patti. Tutti sono accusati a variotitolo di falso materiale ed ideologico in atti pubblici, di truffa aggravata per il presunto conseguimento di erogazioni pubbliche e peculato per aver distratto a proprio favore somme di denaro dalle casse del Comune di Brolo, con riguardo alle annualità 2011, 2012 e 2013. In carcere è finito il ragioniere capo del Comune Carmelo Arasi, mentre ai domiciliari sono finiti e l’ex sindaco Salvo Messina, Rossella Arasi (figlia del ragioniere capo), Santina Caranna, Antonella Campo, Giusy Di Leo e Costantino Maniaci, tutti dipendenti del Comune. Divieto di dimora anche per altre due persone, tra cui l’ex vicesindaco Carmelo Gentile e per Francesca Mondello. L’inchiesta coordinata dal procuratore di Patti Rosa Raffa, e dal sostituto procuratore Francesca Bonanzinga, sono state avviate, nei primi mesi del 2013, dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Messina e dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Patti, attraverso l’esecuzione di intercettazioni telefoniche, l’acquisizione di documentazione inerente alle operazioni sospette. LE INDAGINI. Le indagini hanno avuto al centro l’accensione di tre mutui alla Cassa Depositi e Prestiti da parte del Comune di Brolo, su decisione dei responsabili dell’Area Amministrativa Carmelo Arasi e Costantino Maniaci, per opere edilizie mai realizzate, come il Palazzetto dello Sport, le opere di miglioramento sismico per l’edificio della scuola elementare “Centro” di Brolo ed infine le opere di urbanizzazione primaria di contrada Sirò. I mutui sono stati tutti richiesti e concessi tramite documentazione che tre degli indagati, a vario titolo, hanno secondo l’accusa indebitamente modificato al fine di ottenere dalla Cassa Depositi e Prestiti elargizioni superiori rispetto a quelle stabilita nelle delibere del Consiglio Comunale, per un valore complessivo di circa 3,2 milioni di euro. Sarebbero anche stati attestati falsi stati di avanzamento lavori con la presentazione di dichiarazioni di spesa fittizie in relazione ai quali la Cassa Depositi e Prestiti effettuava i propri versamenti. Tutto ciò ha comportato un afflusso di denaro nei conti del Comune di Brolo a completa disposizione del responsabile dell’Ufficio dell’Area Finanziaria che, come appurato, destinava il denaro in maniera del tutto arbitraria, emettendo mandati di pagamento non supportati da idonei atti autorizzativi o con causali false, gonfiandoli negli importi. CONTRIBUTI ALLA SQUADRA DELL’EX SINDACO. Il secondo filone investigativo ha riguardato invece come questo denaro sia stato arbitrariamente utilizzato e distribuito a favore di persone fisiche e associazioni sportive. E’ qui che è finito nei guai l’ex sindaco di Brolo, Salvatore Messina, dimessosi nel novembre 2013 dopo aver ricevuto un avviso di garanzia. Le due società sportive beneficiarie delle somme illecitamente distratte – Volley Brolo e Volley Mar Tirreno – sarebbero tutte riferibili all’ex sindaco. L’ex primo cittadino ha ricevuto, inoltre, anche versamenti di denaro sui propri conti che non trovano giustificazione in alcun atto, prelevando, con l’aiuto di un collaboratore compiacente, sotto forma di anticipo, denaro contante per migliaia di euro senza aver mai giustificato o rendicontato le spese sostenute con fatture. 380 MILA AD ARASI E 100 MILA ALLA FIGLIA. Lo stesso Carmelo Arasi ha emesso mandati di pagamento ideologicamente falsi a suo favore appropriandosi indebitamente di circa 380 mila euro. In questo meccanismo di pagamenti non autorizzati è riuscita ad entrare anche la figlia di Arasi, Rossella, che nel triennio 2011–2013 ha percepito indebitamente circa 100mila euro. Gli altri destinatari di denaro risultano essere Santa Caranna, Antonella Campo, Giuseppina De Leo, e due indagati sottoposti a divieto di dimora. Determinante – secondo la Guardia di Finanza – per l’esito delle investigazioni la ricostruzione di tutte le movimentazioni di denaro e delle relative indebite appropriazioni da parte degli indagati attraverso l’esame della documentazione ottenuta dalla Cassa Depositi e Prestiti, di quella acquisita presso il Comune, e presso l’Istituto di Credito ove sono risultati accesi i conti corrente intestati al Comune. SPARITI 1,4 MILIONI, DANNO PER 3,2. Le indagini hanno consentito di rilevare l’esistenza di un articolato sistema di frode messo in atto dagli amministratori e funzionari dell’ente locale, i quali attraverso una serie ripetuta di falsi materiali ed ideologici in atti pubblici si sono appropriati indebitamente di denaro pubblico per circa 1,4 milioni di euro e causato danni patrimoniali per un ammontare complessivo di oltre 3,2 milioni di euro.

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