Trecastagni, la riapertura dell’oratorio salesiano tra gioia e accoglienza

Di Valeria Giovanna Rus / 15 Ottobre 2014

Dopo l’entusiasmante Grest estivo che ha visto coinvolti più di 150 bambini e ragazzi, ritorna con grande attesa l’oratorio salesiano del Collegio Immacolata di Trecastagni. L’arrivo dell’urna di Don Bosco, lo scorso anno, ha permesso a molti abitanti del paese di iniziare a intraprendere o a continuare un cammino basato sul suo esempio di vita. Don Bosco, acclamato da tutti come “padre, maestro ed amico” dei giovani, ha voluto dedicarsi totalmente alla parte così da lui definita “migliore della società”. Il suo intento era quello di cogliere l’importanza dell’educazione dei giovani in vari ambiti, da quello sportivo al contesto familiare e sociale in cui sono inseriti. Da questa sua volontà, infatti, nasce il cosiddetto “Sistema preventivo”, che si basa essenzialmente su tre principi pedagogici: ragione, religione, amorevolezza.
 
Seguendo questo metodo specifico di educazione, più di 50 volontari provenienti da gruppi differenti hanno voluto dare vita a numerose iniziative, risvegliando così il carisma salesiano nei giovani d’oggi. I membri del “Vides Shalom”, gli animatori e le suore dell’istituto trecastagnese hanno permesso la riapertura dell’oratorio domenicale. Il salone all’ingresso, costituito da un piccolo teatro, e l’accogliente cortile offrono spazio a chi, purtroppo, non può averne abbastanza o non può averne affatto. L’accoglienza, difatti, è ciò che ha caratterizzato di più questa festa di apertura e non solo per i locali che il collegio gentilmente offre. Qui si parla di una vera e propria “accoglienza di cuore”. Grazie al loro impegno, i volontari hanno voluto con semplicità regalare una parte del loro tempo ai bambini. Le attività da loro organizzate sono incentrate sul gioco e sulla creatività: dalla tradizionale partita di calcio e pallavolo al ballo di gruppo. Queste sono state inserite appositamente per incrementare in ognuno la voglia di socializzare e di vivere lo spirito di gruppo con armonia.
 
A conclusione di ogni giornata, i ragazzi si riuniscono in una preghiera collettiva, che ha l’obiettivo di lasciare un messaggio, prettamente basato su uno degli insegnamenti di don Bosco. Oltre che con la preghiera, i ragazzi vengono congedati con una merenda, simbolo di condivisione fraterna.
La riapertura dell’oratorio a Trecastagni ha dato l’opportunità ai giovani di ritrovarsi in un ambiente del tutto nuovo, dove non c’è alcuna distinzione sociale o di ruolo. L’unica ricchezza che li accomuna è la gioia di stare insieme.
 
L’ORATORIO E LA SUA FUNZIONE EDUCATIVA OGGI
L’oratorio cattolico nasce come luogo di educazione spirituale e di formazione sociale. Il primo per eccellenza fu fondato intorno alla metà del Cinquecento da San Filippo Neri, noto come “il santo della gioia”. Il suo intento era quello di coinvolgere la gente di tutte le età in un unico edificio, destinato a creare una comunità di religiosi e laici. Riuscendo pienamente nel suo obiettivo, ha concesso nei secoli a venire la realizzazione di questo punto d’incontro in varie parrocchie, confraternite, collegi e istituti religiosi. Grazie alla continua e preziosa collaborazione di molti educatori e operatori pastorali (preti, suore e volontari), si è ideato e attualizzato uno spazio del tutto nuovo. Prima di ogni altra cosa, viene visto come un ambiente di calorosa accoglienza e di ospitalità. Tanto è vero che tutti sono invitati a venire, specie i più poveri, gli svantaggiati, gli abbandonati e i bisognosi non solo di beni materiali e di un tetto sotto cui stare, ma anche e soprattutto di affetto e compagnia. Qui non c’è più la paura di confrontarsi con gli altri e di scambiare idee, ma una semplice reciprocità che emerge dall’unione senza distinzioni. Successivamente viene riconosciuto come centro di solidarietà sociale, gentilmente condivisa e affidata ai vari responsabili. Questi incondizionatamente pensano prima agli altri che a se stessi, cercando di aiutare nei modi possibili chi è in stato di disagio o in difficoltà, riuscendoci pienamente con vari progetti educativi.
 
Tutt’oggi effettivamente le attività svolte sono finalizzate innanzitutto all’ascolto obbediente della “Parola di Dio”. Questa, infatti, sta al centro dell’educazione cristiana, permettendo quindi ad ogni cittadino di seguire il giusto e buon esempio di vita. E’ di rilevante importanza all’interno dell’oratorio proprio perché permette di favorire lo sviluppo individuale e sociale all’interno di un gruppo, formato da adolescenti e ragazzi provenienti da qualsiasi nazionalità. Nonostante ci sia la presenza di questi ampi e accoglienti edifici, attualmente parecchi giovani sono spaesati o a rischio. Sfortunatamente non hanno più luoghi di ritrovo, dove poter crescere nell’amicizia contraccambiata. Solo ambienti poco utili che vengono frequentati assiduamente, come discoteche, centri commerciali e sale giochi. Da ciò si deduce che è nato un vero e proprio «vuoto sociale» senza solidi valori o principi morali, che porta solo male e delinquenza.
Disintegrando del tutto le forze educative di un tempo, i ragazzi vivono autonomamente in strada, senza alcuna guida o punto di riferimento. Ed è proprio qui che l’oratorio gioca il suo ruolo significativo di missionarietà, grazie alle attività ricreative di gioco e svago. Diventando così destinazione per “i piccoli della società”, insegna loro l’amore per la vita, specialmente quella del prossimo, valorizzando l’io interiore e le capacità che ognuno ha dentro di sé. E’ questo quello che costituisce il bene comune: vivere serenamente con gli altri donando la gratuità di se stessi.

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Redazione
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