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“The Place”, percorso nei meandri bui e tortuosi dell’animo umano

Il film corale di Paolo Genovese, che ha chiuso la Festa del Cinema di Roma, estremamente statico, funziona per la capacità del nutrito cast, con uno splendido Valerio Mastandrea deus ex machina, che sembra recitare una pièce teatrale lasciando allo spettatore financo troppo libere interpretazioni

Di Daniela Robberto |

“The place”, il film di Paolo Genovese che ha chiuso la Festa del cinema di Roma 2017, trae spunto da una serie televisiva statunitense di grande suc­cesso “The Booth at the End” in cui la tag-line “fin dove saresti disposto a spingerti per ottenere quello che vuoi?” è stata utilizzata per il promo del film. Evidentemente al regista italiano è risultato estremamente intrigante e consono al suo stile impiantare la vicenda in un solo luogo e seguire le azioni dei personaggi dalle loro conversazioni.

The Place

Paolo Genovese, regista, e Valerio Mastandrea, attore principale, di “The Place”

Se in “Perfetti sconosciuti” era un gruppo di amici che in un interno di casa intrecciava sentimenti e vicende personali, in “The place” abbiamo le storie di un gruppo di estranei che in un bar-tavola calda, pur scontrandosi occasionalmente e senza conoscersi, intersecano i loro passi. Il “luogo” è uno dei tanti locali di una grande città; né bello né brutto, moderna stazione di posta dove ci si ferma nel via vai quotidiano. Si consumano bibite, caffè, veloci colazioni ma anche svolte di vita, decisioni crudeli, scelte impietose. L’umanità cittadina di cui si intuisce il fluire al di là delle porte del locale, vi transita trascinandosi dietro turbamenti, angosce, dolori e desideri. Le sedie dei tavoli, con ritmo circadiano scandiscono con solitaria puntualità il tempo del luogo. Rovesciano all’aria i loro piedi e poi tornano al loro posto per dar da sedere ai clienti.

The Place

“The Place”: Alba Rohrwacher

Tra questi ce n’è uno assiduo, sempre lì, come una costante algebrica; mangia al suo tavolino con svogliato appetito, scrive, appunta, e cancella sulla grossa agenda dalla copertina scura come l’oblio. Con l’aplomb di un notaio povero, aspetta i suoi clienti. Non si sa bene come la gente arrivi a lui; da chi, hanno saputo e come prendono l’appuntamento. Sono giovani ed anziani, donne ed uomini attratti dalla stanca orbita mefistofelica, attanagliati da urgenze che sconvolgono la mente, che tolgono il respiro.

The Place

“The Place”: Sabrina Ferilli

Il film estremamente statico, funziona per la capacità del nutrito cast che sembra recitare una pièce teatrale lasciando allo spettatore financo troppo libere interpretazioni. Splendido come sempre Valerio Mastandrea che interpreta questa specie di deus ex machina, a metà tra il satanico e l’angelico ma sicuramente specchio dell’umano tormentarsi. A lui si chiede aiuto aprendo l’animo alle proprie debolezze, ai propri dolori alla perniciosa caratteristica dei desideri che è quella di non poter essere mai appagati, e di far vivere la maggior parte degli uomini, nell’ossessione di soddisfarli. Egli ascolta le richieste ed offre, senza imporla, la soluzione; ma questa, spesso moralmente riprovevole, non si presta a negoziazione ed è sempre accertabile del suo avvenuto assolvimento.

The Place

“The Place”: Silvia D’Amico e Silvio Muccino

Il film segna il percorso nei meandri bui e tortuosi dell’animo umano, i dubbi e le incertezze di ognuno di noi se posto davanti a situazioni fortuite, impreviste che sconvolgono l’omeostasi della vita e in cui preferiremmo affidarci a qualcuno o a qualcosa che possa risolvere per noi. Nel film dunque, anche se non di grandissimo pregio, le evidenze delle principali cause dei drammi umani: l’imminente morte di un figlio, la malattia di un marito amato, l’indifferenza coniugale, il sogno della bellezza, il desiderio di un corpo femminile che non sia solo carta.

The Place

“The Place”: Marco Giallini

Realistici i riflessi perniciosi dell’anteporre il proprio interesse a quello degli altri ma anche il guizzo salvifico dell’emergere di quel libero arbitrio che fa della capacità di scegliere tra il bene ed il male, la facoltà migliore degli esseri viventi. Interessante perché ambigua la conclusione che vede nel filo di fumo della carta che brucia nel posacenere in quel tavolino rimasto vuoto la fine del tormento o il passaggio del testimone di chi forse era stato costretto a caricarsi, suo malgrado, degli infiniti tormenti del genere umano e che, forse a sua volta, si abbandona a scelte altrui ad un co­sto che non sapremo mai.

The Place

“The Place”: Rocco Papaleo

daniela.robberto@gmail.com

La scheda del film

Titolo: The Place

Regista: Paolo Genovese

Durata:· 1ora 45min

Cast: Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Alba Rohrwacher, Vittoria Puccini, Rocco Papaleo, Silvio Muccino, Silvia D’Amico, Vinicio Marchionni, Alessandro Borghi, Sabrina Ferilli, Giulia Lazzarini

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