Teatro, a Zafferana Etnea in scena miti e storia antica con “Il cielo di Asterione”

Di Enza Barbagallo / 02 Settembre 2020

Zafferana Etnea (Catania) – Questa sera a “Etna in scena” nello spiazzale antistante la Palazzina liberty alle ore 21  torna “Monologando”, la formula vincente di spettacolo che ha unito, pur nel rispetto di ciascuna individualità, nella massima indipendenza di stile, scrittura e recitazione i due attori zafferanesi Jacopo Cavallaro e Francesco Russo che si sono messi in gioco in questo progetto in cui ciascuno è stato autore e interprete di un monologo. Dopo il successo di “Io ..Martoglio” accompagnato  dalle musiche suggestive del musicista e talentuoso violinista Mattia Cavallaro, è di scena  ancora una volta Jacopo Cavallaro  con “Il cielo di Asterione” di cui Francesco Russo ha curato la regia. Uno spettacolo poliedrico pieno di simbolismi e allegorie dove si parla di miti, di storia antica.

«Parliamo di racconti  epici – spiega Cavallaro – e di funzioni psicologiche che puo assumere un mito nell’indagine  della mente umana. Nel nostro caso il mito in questione è quello  del famoso Asterione – minotauro rinchiuso dentro il labirinto. Ma questa mia storia assume dei connotati diversi: il mostro non è piu la temibile creatura divoratrice di esseri umani, ma  in lei predomina  la natura umana su quella di bestia feroce per entrare in contatto con con il mondo e con gli spettatori del suo dramma. Infatti in una sorta di teatro nel teatro tutti vedono con stupore che il minotauro da  carnefice è diventato vittima  in mondo che lo ha etichettato per secoli». Viene dunque affrontata la tematica della diversità. «Si Asterione e deve è un diverso ed è diventato il fulcro per comprendere la diversità  che non è qualcosa da fuggire , ma è invece un valore aggiunto. La diversità  deve ricongiungere individui con altri  che sono diversi e quini unici e diventa un modo per conoscere l’altro al di fuori di noie quindi vedere tutte le sfumature dei colori del mondo».

Il cielo di Asterione nasce in concomitanza  con un progetto editoriale di Jacopo realizzato con la tecnica del pop up e adesso prende il via nella sua veste teatrale ed è inserito in un progetto di arteterapia. «Il labirinto  diventa metafora di un percorso di crescita e conoscenza . Asterione riesce finalmente a uscire dal tunnel dell’ignoranza e del male per immergersi nella luce della verità. Anche  per il pubblico sarà un’esperienza edificante e potrà stabilire  il finale  della storia, una direzione da seguire  all’interno del labirinto della mente che vive in ciascuno di noi».

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Redazione
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