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Teatro, a Zafferana Etnea in scena miti e storia antica con “Il cielo di Asterione”
Zafferana Etnea (Catania) – Questa sera a “Etna in scena” nello spiazzale antistante la Palazzina liberty alle ore 21 torna “Monologando”, la formula vincente di spettacolo che ha unito, pur nel rispetto di ciascuna individualità, nella massima indipendenza di stile, scrittura e recitazione i due attori zafferanesi Jacopo Cavallaro e Francesco Russo che si sono messi in gioco in questo progetto in cui ciascuno è stato autore e interprete di un monologo. Dopo il successo di “Io ..Martoglio” accompagnato dalle musiche suggestive del musicista e talentuoso violinista Mattia Cavallaro, è di scena ancora una volta Jacopo Cavallaro con “Il cielo di Asterione” di cui Francesco Russo ha curato la regia. Uno spettacolo poliedrico pieno di simbolismi e allegorie dove si parla di miti, di storia antica.
«Parliamo di racconti epici – spiega Cavallaro – e di funzioni psicologiche che puo assumere un mito nell’indagine della mente umana. Nel nostro caso il mito in questione è quello del famoso Asterione – minotauro rinchiuso dentro il labirinto. Ma questa mia storia assume dei connotati diversi: il mostro non è piu la temibile creatura divoratrice di esseri umani, ma in lei predomina la natura umana su quella di bestia feroce per entrare in contatto con con il mondo e con gli spettatori del suo dramma. Infatti in una sorta di teatro nel teatro tutti vedono con stupore che il minotauro da carnefice è diventato vittima in mondo che lo ha etichettato per secoli». Viene dunque affrontata la tematica della diversità. «Si Asterione e deve è un diverso ed è diventato il fulcro per comprendere la diversità che non è qualcosa da fuggire , ma è invece un valore aggiunto. La diversità deve ricongiungere individui con altri che sono diversi e quini unici e diventa un modo per conoscere l’altro al di fuori di noie quindi vedere tutte le sfumature dei colori del mondo».
Il cielo di Asterione nasce in concomitanza con un progetto editoriale di Jacopo realizzato con la tecnica del pop up e adesso prende il via nella sua veste teatrale ed è inserito in un progetto di arteterapia. «Il labirinto diventa metafora di un percorso di crescita e conoscenza . Asterione riesce finalmente a uscire dal tunnel dell’ignoranza e del male per immergersi nella luce della verità. Anche per il pubblico sarà un’esperienza edificante e potrà stabilire il finale della storia, una direzione da seguire all’interno del labirinto della mente che vive in ciascuno di noi».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA