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Tassista pestato ad Acireale, muore di infarto poche ore dopo

Di Salvo Cutuli |

Il raid punitivo si sarebbe svolto intorno alle 11 del mattino di ieri, quando “Maciste” – così chiamavano affettuosamente la vittima del pestaggio gli amici per il suo aspetto gracile – sarebbe stato avvicinato da due uomini e una donna, con i quali si sarebbe allontanato all’esterno dello scalo ferroviario in un’area appartata, dove si sarebbe consumata una violenta colluttazione, scaturita dalla mancata consegna della refurtiva da parte del sessantenne che ha negato ogni addebito, almeno stando al racconto di alcuni testimoni oculari.

La vicenda presenta ancora molti lati oscuri. I carabinieri della compagnia locale hanno raccolto diverse testimonianze, tutte discordanti tra loro, e per il momento non si sbilanciano. Soltanto in parte l’episodio delittuoso è stato ricostruito dagli investigatori. Da quanto si è appreso, pare che Leonardi, nonostante le vistose ferite in viso e su varie parti del corpo per i colpi subiti, sia riuscito a salire a bordo della sua Fiat Seicento di colore rosso e a rientrare a casa in via Majorana, una traversa di via delle Terme, senza traumi apparenti.

È stata l’anziana madre a medicare le escoriazioni superficiali sul corpo del figlio. Ma dopo qualche ora, le condizioni di salute dell’uomo sarebbero precipitate. Alle 15 circa, il sessantenne ha alzato la cornetta del telefono di casa e ha chiesto all’operatore del 112 l’invio di una ambulanza, raccontando sommariamente l’accaduto e spiegando che si sarebbe fatto trovare sotto casa dai soccorritori che lo hanno però atteso invano. Alle 17, la centrale operativa del 118 ha raccolto la telefonata di una donna che chiedeva aiuto per il proprio figlio cardiopatico. Trasferito a bordo di un’ambulanza al pronto soccorso del nosocomio acese, Leonardi è spirato poco dopo il ricovero per le conseguenze di un doppio infarto che non gli ha lasciato scampo. La salma del tassista è stata sequestrata, su disposizione della Procura, per potere effettuare l’autopsia che dovrà accertare le cause della morte ed eventuali responsabilità legate all’aggressione.

I carabinieri hanno acquisito le immagini del sistema di videosorveglianza della stazione ferroviaria e del bar, alla ricerca di indizi utili all’identificazione della donna e dei due uomini che l’accompagnavano, protagonisti del presunto raid punitivo, e con i quali si sarebbe frettolosamente imbarcata su un treno diretto a Messina. Al bar della stazione ferroviaria, gli amici della vittima hanno appreso sgomenti la notizia della morte di “Maciste”.

Leonardi in passato aveva avuto qualche problema con la giustizia per reati contro il patrimonio. «Si guadagnava da vivere trasferendo a bordo della sua utilitaria turisti e pendolari in centro città e viceversa» , afferma un vecchio amico dell’uomo. «Non faceva del male a nessuno e soprattutto non era persona che cercava lo scontro fisico, anche perché da anni era costretto a convivere con gravi problemi al cuore», gli fa eco un altro avventore del bar e conoscente dell’uomo. La donna e i due uomini rischiano un’imputazione di omicidio, come conseguenza di altro reato.

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