Archivio
Taormina, risplende un nuovo piccolo gioiello romano
TAORMINA (MESSINA). Fu costruito sotto l’impero romano di Cesare Augusto Ottaviano, nel II secolo d. C. L’Odèon di Taormina, deliziosa miniatura di un antico teatro coperto nel cuore del borgo, alle spalle della Chiesa di Santa Caterina e poco distante dal monumentale Teatro Antico, torna alla sua originaria destinazione.
Dopo un accurato intervento di messa in sicurezza e restauro a cura del Parco Archeologico Naxos Taormina, tornerà nei prossimi giorni ad essere restituito al pubblico. Era destinato a spettacoli, concerti, recital teatrali e concorsi musicali. Ma anche a conferenze, letture pubbliche e, certamente, anche a riunioni politiche fra i vertici cittadini. Adesso vi potranno accedere gratuitamente i visitatori: tutti i giorni, dalle 9 fino a un’ora prima del tramonto. La gestione e la programmazione di piccole rassegne culturali sarà curata dalla Fondazione Taoarte.
L’intervento di messa in sicurezza e restauro, progettato e finanziato dal Parco Archeologico Naxos Taormina, ha riguardato il consolidamento e il montaggio di alcuni frammenti nella volta; consolidamento del muro di recinzione sud con sostituzione delle strutture di sostegno e rifacimento degli intonaci moderni; il ripristino degli elementi lapidei distaccati; la messa in sicurezza della volta (centinatura e puntellamento); il consolidamento dell’arco della cavea; oltre alla pulizia delle erbacce e alla generale disinfestazione dell’area. Le sovrastrutture in legno, realizzate da Taoarte – al quale il sito è stato consegnato il 14 agosto scorso – sono state preventivamente approvate dalla Soprintendenza di Messina e occuperanno il monumento solo per qualche settimana. Al termine degli spettacoli saranno smontate. Così come le centine, parte dell’intervento a consolidamento delle volte.
«Sotto il profilo storico scientifico – spiega Gabriella Tigàno, archeologa e direttore del Parco Naxos Taormina – questo Odèon affianca dal I secolo d.C. o dagli inizi del II, un tempio i cui resti sono parzialmente inglobati nelle fondazioni della Chiesa di Santa Caterina e del quale non conosciamo la divinità venerata. La cavèa è realizzata in laterizio e contiene undici ordini di posti, divisi da tre scalette. Della scena rimane una porzione del prospetto del pulpitum, con resti di una nicchia semicircolare. La parte lignea del palcoscenico insisteva sui gradini del tempio, mentre il suo colonnato è probabile che facesse da scenografia. Insieme all’Odèon di Catania, quello di Taormina è il secondo teatro coperto documentato in Sicilia».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA