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TaoFilmFest, Kasia Smutniak: «La paura del diverso è anche dentro di me»
Taormina (Messina) – Uno spettro s’aggira per l’Europa: lo spettro dell’emigrazione. Il resto di quel celebre documento potrebbe pure restare immutato: tutte le potenze della vecchia Europa si sono coalizzate in una sacra caccia alle streghe contro questo spettro…Dio, che cosa antica e senza tempo è la paura del diverso. E’ una sfida sommessa e accanita quella della sofisticata, spregiudicata scrittrice Maria Linde che ha volto, voce e carisma della Meryl Streep polacca, Krystyna Jande, protagonista di “Dolce fine giornata” al Taofest, film singolare e di bella mano del regista polacco Jacek Borcuch, con Kasia Smutniak, Antonio Catania, Vincent Riotta. «Se mi sento più polacca o più italiana? Io sono europea! – osserva la Smutniak, nel film è figlia della Linde – Ma noi buttiamo la nostra identità nel cesso, la paura del diverso è anche dentro di me e me ne vergogno». E viene in mente la canzone di Gaber in cui «il signor Brown, l’uomo più antirazzista, un giorno sua figlia sposò un uomo di colore, lui disse: bene ma non era di buon umore».
A ciascuno il suo razzismo. E nella caccia alle streghe, ognuno è strega a modo suo. La splendida ebrea Maria Linde lo è perché non ha paura di parlare dopo un attentato a Roma («Il mondo non ha avuto niente di meglio dell’Europa, ne sono innamorata anche se ha ammazzato tutti i miei parenti ma forse si merita di crollare sotto il peso della sua impotenza») o perché rifiuta il Premio Nobel o magari perché, sposata ad un umanissimo, intenso Antonio Catania, osa avere un “secret affair” con un giovane egiziano. Basta e avanza per metterla al rogo. Che in questo caso è una gabbia (scultura nella piazza di Volterra, ispirata alla “gabbia da gorilla” in cui Ezra Pound fu rinchiuso in un campo di prigionia Usa) in cui la sbatte il poliziotto (Riotta) che per lei ha un’adorazione ma non le perdona il discorso “trasgressivo”. O forse solo il fatto che lei “si fotte un arabo”. In una Toscana vera e veramente da sogno, nessuno ha ragione. (Testo di Carmelita Celi)COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA