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Suzuki Across Plug-in, il Suv a emissioni zero del marchio giapponese
L’alleanza Giapponese tra Suzuki e Toyota si concretizza con un nuovo tassello: Suzuki Across. RAV4 le presta tutto e Across è un’auto che debutta in Italia nella sola versione ibrida Plug-In. Non si tratta di uno sviluppo congiunto perché la maggior parte della tecnologia è proprio quella di Toyota. Suzuki, tra le altre cose, porta nell’accordo la sua esperienza nelle compatte e nel mercato indiano.
Grazie ad un avanzato sistema ibrido plug-in, progettato per funzionare primariamente in modalità elettrica, e alla sua batteria da 18,1 kWh, Across plug-in riesce a percorrere fino a 98km in città a zero emissioni. A spingerla sono ben tre motori: due elettrici, sull’asse anteriore e su quello posteriore, rispettivamente da 182 e 54 cv, ai quali si affianca un efficiente 4 cilindri 2.5 a ciclo Atkinson da 185 cv, per una potenza combinata massima di 306 cavalli.
Suzuki Across è un SUV di segmento D, con dimensioni generose. 4.635 mm lunghezza x 1.855 mm larghezza x 1..690 mm altezza: questi i dati di una scheda tecnica che vede anche un passo di 2,69 metri, altezza da terra di 19 cm e i seguenti angoli tipici per il fuoristrada: 17,5° di attacco, 20° di dosso e 16,4° di uscita.
Il bagagliaio propone 490 litri nella configurazione a cinque posti perché sceglie di dedicare il generoso doppio fondo alla ruota di scorta da 18″ (di serie) e ai due cavi per la ricarica (di serie); rimuovendo tutto si ottengono valori più alti e, abbattendo i sedili, si arriva ad un massimo di 1.604 litri.
L’architettura ibrida di Across plug-in crea uno schema di trazione integrale innovativo, privo di collegamento meccanico tra i due assi e capace di garantire la trazione 4WD anche senza avviare il motore termico. Ciò è possibile grazie al motore elettrico posteriore controllato dall’AWD Integrated Management (AIM).
In caso di abbassamento della carica delle batterie, la trazione 4×4 è garantita dall’attivazione del motore termico, che fornisce l’energia necessaria ad alimentare il motore posteriore.
Il tutto è orchestrato automaticamente dalla vettura sulla base delle condizioni di guida e delle preferenze del guidatore, per garantire il massimo dell’efficienza combinato con performance da sportiva. Perché la sostenibilità, per dirla come la Casa suggerisce, non deve essere un’ alternativa all’emozione.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA