Stress test, la Bce boccia 25 banche: anche Mps e Carige

Di Domenico Conti / 26 Ottobre 2014

ROMA – La Bce boccia 25 banche europee, svelando una carenza di capitale complessiva di quasi 25 miliardi di euro. E anche se gli esami della Banca centrale europea riconoscono il rafforzamento del capitale con cui 12 degli istituti messi all’indice si sono nel frattempo messi al sicuro, resta il “cartellino rosso” con 9,5 miliardi di capitale da trovare per gli altri. Fra i quali spicca la presenza italiana con Montepaschi, che valuta “opzioni strategiche”, Carige e con il caso delle popolari Milano e Vicenza, tecnicamente bocciate dalla Bce ma in regola con i criteri di Bankitalia.
L’esame della Bce, fatto di una revisione degli attivi che ha svelato 136 miliardi di nuovi crediti deteriorati e di un test di resistenza che nello scenario peggiore vedrebbe 263 miliardi di capitale bancario andare in fumo, servirà a rilanciare il credito all’economia reale “aiutando la crescita economica”, ha spiegato il vicepresidente della Bce Vitor Constancio. Mentre il presidente Mario Draghi, a Padova dopo aver presieduto il consiglio, non commenta: “no, ma scherziamo… ”.
 
Più nell’immediato, la “comprehensive assessment” voluta dalla Bce di Draghi prima di assumere la vigilanza bancaria europea obbliga le banche a muoversi in una difficile fase di mercato, con una possibile brutta sorpresa all’apertura delle borse domani: la Bce vuole vedere entro due settimane il piano di ciascuna banca, da realizzare in pochi mesi. Aprendo una probabile corsa a fusioni e acquisizioni, anche in Italia dove Montepaschi considera ora “opzioni strategiche”. “La priorità sarà che ogni carenza di capitale sia coperta da fonti private”, commenta la Commissione Ue.
 
Dai test di Francoforte, di fatto, emerge un divario in Europa che, complici la recessione nel sud e la contabilizzazione dei titoli di Stato in pancia alle banche, fa di Italia, Grecia e Cipro i paesi più colpiti. Mentre risparmia brutte sorprese (nonostante sei banche tedesche passino di misura) Francia (se si esclude Dexia) e la Germania, lasciando intoccato il colosso della finanza Deutsche Bank considerata in bilico fino a pochi giorni fa.
Per contro, Grecia e Cipro si ritrovano tre bocciature ciascuna, e assieme a Italia e Portogallo guidano la classifica per Paese degli ‘shortfall’, le carenze di capitale. L’Italia, in recessione quasi continua dal 2011 e con il solo salvataggio pubblico del Montepaschi che impallidisce di fronte alla Germania, si ritrova la revisione degli attivi bancari più onerosa, una sforbiciata da 12 miliardi. “Credo che i risultati siano nel complesso rassicuranti e per noi non inattesi”, commenta il vicedirettore generale di Bankitalia Fabio Panetta, che però non nasconde per l’Italia uno scenario simulato dai test “molto sfavorevole”.
 
E così la Penisola si ritrova nove banche bocciate tecnicamente (sulla base dei dati ‘statici’ a fine 2013) nello scenario peggiore dello stress test, che dopo il rafforzamento del capitale operato da Veneto Banca, Banco popolare, Creval, Sondrio e Bper nei primi nove mesi del 2014 si riducono a quattro. Ci sono le popolari Milano e Vicenza, che Francoforte considera in difetto di capitale anche se con ogni probabilità si affiderà al giudizio di Bankitalia. In base al quale PopMilano si salva grazie alla rimozione dei requisiti prudenziali aggiuntivi imposti da Via Nazionale nel 2010, e la vicentina con il cda in extremis di ieri che ha deciso di convertire un bond in capitale. Mentre non c’è appello per Montepaschi e Carige, con 2,1 miliardi e 814 milioni rispettivamente da trovare al più presto.

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Pubblicato da:
Redazione
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