A Belpasso c’è un’officina meccanica che sembra il deposito di un osservatorio astronomico. E’ il quartier generale di Stefano Distefano, ex meccanico ormai in pensione, che da vent’anni si dedica allo studio scientifico della volta celeste e, a dispetto del suo titolo di studio, oggi è un esperto conoscitore del cielo.
«Ma non sono un professore – ci tiene subito a precisare il belpassese classe 1946 – sono solo un appassionato». Quella di Stefano Distefano è una passione che arriva da molto lontano, quando nella quarta elementare del 1956, il maestro Panebianco spiegò ai suoi alunni il sistema solare assegnando ad ogni bambino un ruolo astronomico. «Uno di noi era il sole – ricorda Distefano che faceva parte di quella classe – ed altri nove gli giravamo intorno, ciascuno con un nome di pianeta o astro. Ne rimasi affascinato…».
Stefano Distefano nella sua officina di Belpasso con la sua bicicletta super accessoriata con la quale si muove per le strade dell’Etna (foto Lavinia D’Agostino)
Ma a quei tempi, in un paesino agricolo alle pendici dell’Etna, non era neppure lontamente pensabile che un bambino già avviato al lavoro procedesse negli studi, figurarsi scientifici. «Ai miei tempi si imparava sin da bambini un mestiere, così io di mattina andavo a scuola e di pomeriggio a bottega, per imparare a fare il meccanico. Ai miei tempi si usava così, non era come ora». E così quel fascino per la luna, il sole e tutte le stelle del cielo, è rimasta per tanti anni solo una fantasia di bambino, una fantasia da mettere nel cassetto perché bisogna andare a lavorare per portare il pane a casa, ma che in realtà non è mai scemata. Poi, vent’anni fa, l’occasione giusta.
«Sul quotidiano La Sicilia trovai un articolo su un corso rivolto ai ragazzi che dovevano affrontare gli esami di maturità scientifica quell’anno, organizzato dal Gruppo Astrofili Catanesi con i professori Luigi Prestinenza e Giuseppe Sperlinga, che oggi considero i miei maestri. Senza pensarci troppo ho telefonato e ho detto: “io sono già una persona matura, non per il titolo di studio ma per la mia età, però vorrei iscrivermi ugualmente”. Mi fecero partecipare, da lì è stato un crescendo».
Stefano Distefano è pervaso da una passione contagiosa per l’astronomia ma, principalmente, è una persona assetata di conoscenza. Con le mani segnate dal lavoro di questi anni e in un’officina in cui convivono gli attrezzi del mestiere, carte astrali, mappamondi e una collezione di pietre dell’Etna, Distefano affascina con quel suo modo di spiegare in modo semplice e chiaro le costellazioni visibili dalla terra, su come possiamo distinguere la luna crescente da quella calante, sul moto della terra e l’inclinazione dell’asse terrestre e, inaspettatamente, cita persino Socrate: «Bisogna sapere di non sapere, se si vogliono imparare cose nuove. Io ho il “vizio” di leggere, soprattutto libri di scienze e storia, e mi rendo conto che per quanto ampia possa essere la nostra conoscenza, c’è sempre da imparare».
E infatti nella sua officina di Belpasso, oggi sede dell’Associazione Astrofili belpassesi (che conta 20 associati tra cui tre giovanissimi), si trovano molti libri di carattere scientifico sistemati dentro una libreria davanti alla quale fa bella mostra di se una originalissima riproduzione del sistema solare. «L’ho costruito io – dice orgoglioso -, per spiegare il sistema solare ai bambini». Divulgare la conoscenza del sistema solare ai bambini delle scuole elementari è una delle attività a cui Distefano si dedica per diletto nel tempo libero, tanto che nel suo grande archivio, dove sono accuratamente conservati scatti fotografici, mappe astrali e appunti sul cielo, ci sono anche molti disegni realizzati dopo gli incontri con l’appassionato astronomi dai bambini che hanno frequentato la scuola di Belpasso.
Ma ciò di cui Distefano è più orgoglioso sono le sue fotografie, una passione coltivata da sempre, che a un certo punto ha coniugato con quella delle osservazioni astronomiche. Dopo l’Etna, musa ispiratrice di migliaia di scatti, l’astrofotografia oggi è il suo pallino, così, pagina dopo pagina, ci mostra le centinaia di fotografie realizzate attraverso il telescopio che immortalano anzitutto la luna, ma anche Saturno e alcune costellazioni del sistema solare.
«La prima volta che mi sono messo dietro a un telescopio, nei primi Anni 90 – ricorda Distefano – ero sull’Etna, all’ Osservatorio Astrofisico di Catania, con il professore Giuseppe Cutispoto. Ho subito voluto guardare da vicino la luna, che fino a qual momento avevo osservato solo attraverso un binocolo. E’ stata un’emozione indescrivibile, la realizzazione di un sogno che mi ha lasciato senza parole e senza fiato. A quel punto mi sono attrezzato: ho comprato il primo telescopio e poi l’anello T2 per attaccare la macchina fotografica». Tra tutte le foto realizzate in questi anni ci sono alcune di cui Distefano è particolarmente fiero, come quelle dell’occultamento di Giove, realizzate nell’estatate del 2015.
L’occultamento di Giove in uno scatto realizzato da Stefano Distefano nel luglio del 2015: nella foto sono ben visibili le quattro lune di Giove (Io, Europa, Ganimede e Callisto)
«E’ durato circa 3 ore, e sono riuscito a fotografare le quattro lune di Giove: Io, Europa, Ganimede e Callisto. E poi vede qua – dice indicando un altro scatto che riguarda Saturno – gli anelli sono ben visibili».
Stupore e suggestione. Questo si prova a guardare gli scatti di Distefano, che se per un attimo ci si estranea, sembra di poter fare un vero e proprio viaggio nell’Universo. Forse è proprio il desiderio di un viaggio nello spazio che spinge Distefano ad appostarsi per ore, nella notte buia dell’Etna, alla ricerca di uno scatto che valga la pena conservare. E tra tutti questi astri e questi pianeti immortalati “da vicino”, il pensiero corre inevitabilmente a 40 anni luce da noi, a quella costellazione dell’Acquario in cui gli studiosihanno recentemente scoperto, intorno alla stella Trappist-1, sette pianeti molto simili alla Terra. Chissà se in questo universo infinito siamo davvero soli…
«Penso proprio di no – dice Distefano – se la natura ha creato il nostro pianeta, potrebbe averne creato un’altro simile a milioni di anni luce di qui. Sono convinto che esistano altre forme di vita, magari diverse da noi, micro organismi non evoluti, ma ci sono certamente. Sarebbe presuntuoso pensare di essere un’eccezione della natura».
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