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Stabile di Catania si riparte da Pirandello

Di Ombretta Grasso |

Sessanta anni da festeggiare con un cartellone che si muove sui temi della giustizia, della scelta, del confronto con la storia. E che sceglie un «eroe per caso», Mario Carrara, uno dei dodici docenti universitari che rifiutarono il giuramento di fedeltà al fascismo. Claudio Fava firma il testo Il giuramento, produzione dello Stabile, regia di Ninni Bruschetta, protagonista David Coco, che andrà in tournée. Una storia che racchiude «l’incapacità della menzogna, il rigore illuminista del sapere, la noia per liturgie del fascismo», scrive Fava. «La storia di un uomo che non intende piegarsi alla follia del potere, che non vuole scendere a patti, che tiene la schiena dritta. Una storia simbolica che parla anche all’oggi, al nostro presente in cui non sempre abbiamo la capacità di “non mediare” ma di fare una scelta perché è giusto farla», spiega il regista che per la quinta volta porta sulla scena un testo di Fava. «Questa storia vera, riscritta in forma teatrale da Claudio – prosegue Bruschetta – è una guida, un insegnamento di coerenza e di rigore che non attiene solo ai casi estremi o addirittura storicizzati come il fascismo ma è necessario per la vita stessa, perché quando ci pieghiamo alla prepotenza, alla volgarità della violenza in qualsiasi sua forma, siamo già morti».

Ci si interroga sulla giustizia, sulla colpa, sulla possibilità di espiare nello spettacolo-evento – che ha debuttato sabato a Napoli -,  coprodotto tra Teatro Stabile di Catania e Napoli Teatro Festival, in cui il regista Roberto Andò adatta per il palcoscenico In attesa di giudizio, che parte da un testo di Thomas Bernhard, al quale accosta un saggio del giurista Salvatore Satta “Il mistero del processo”, con protagonista Fausto Russo Alesi.

Ancora una coproduzione, stavolta con il Bellini di Napoli, per Il giocatore tratto da Dostoevskij regia di Gabriele Russo. Giovanni Anfuso firma l’allestimento di Un momento difficile di Furio Bordon. «Una storia contemporanea, un testo che mette a fuoco la vita di un personaggio attraverso alcuno momenti importanti raccontati con molta ironia e leggerezza», spiega il regista. Commuovono e sorprendono gli attori della Compagnia Neon con le loro Invasioni che diretti da Monica Felloni portano in scena un teatro forte, poetico e vero che vede protagonisti anche disabili.

Amata, celebrata e applaudita soprattutto dal pubblico più giovane la regista palermitana Emma Dante apre le produzioni ospiti con Bestie di scena, con la sua Compagnia Sud Costa Occidentale, pensato per evidenziare la crisi che l’attore vive nel teatro contemporaneo. Giulio Scarpati e Valeria Solarino si sfidano nella messa in scena di Una giornata particolare, sceneggiatura adattata per il teatro da Gigliola Fantoni. Arturo Cirillo, presenta Lunga giornata verso la notte di Eugene O’Neill, con Milvia Marigliano, e Peppino Mazzotta, notissimo per il suo Fazio accanto al commissario Montalbano in tv. Una delle ultime sere di carnovale ci porta nell’universo goldoniano visto dal regista Beppe Navello. Il cartellone ospita ancora due grandi signore del teatro: Pamela Villoresi, con Claudio Casadio, ne Il mondo non mi deve nulla di Massimo Carlotto; e Ottavia Piccolo in Occident Express di Stefano Massini, con l’Orchestra multietnica di Arezzo, storia di una donna anziana di Mosul in fuga con la nipotina di 4 anni che ha percorso 5.000 chilometri, dall’Iraq fino al Baltico, un racconto spietato fra parole e musica.

Si chiude con Il Tamerlano di Marlowe, regia di Luigi Lo Cascio con protagonista Vincenzo Pirrotta che spiega: «Dopo il grande successo di Otello volevamo ripetere l’esperienza di lavorare insieme mettendo al centro un grande personaggio del teatro elisabettiano, un condottiero di fede musulmana, sciita, che conquista un impero e si ferma alle porte dell’Occidente».

«Un cartellone coerente con le disponibilità economiche del teatro – sottolinea il commissario straordinario dell’ente Giorgio Pace – nato da un lavoro di tessitura, in un piano di risanamento che rispetta i parametri del Tric, i teatri di rilevante interesse culturale, con ben sei spettacoli prodotti o co-prodotti. Il teatro è vivo e anche se le difficoltà non sono pienamente risolte, la gestione oculata consente di guardare avanti con fiducia. L’Assemblea dei soci è stata convocata per domani per eleggere il Cda con il nuovo statuto e presentare una previsione di bilancio di poco meno di 5 milioni». Giornate lavorative e borderò da inseguire, cast di giovani, scambi con altri teatri per garantire le tournée… Per raggiungere i parametri ministeriali si inseguono più i numeri che la qualità. «Dobbiamo giocare con queste regole e siamo riusciti ad afferrare per i capelli una situazione difficile che ci ha permesso di restare nella fascia dei Tric», commenta Pace. Nessuna coproduzione con il Biondo di Palermo. «Il Consiglio di amministrazione ci ha detto che non si fidano dello Stabile di Catania, un grave errore – accusa il commissario – si è persa l’occasione di proseguire la vantaggiosa collaborazione tra i due enti».

«Dovevamo agire per la sopravvivenza dell’istituzione e la salvaguardia dei lavoratori – sottolinea l’assessore regionale al Turismo, Sport e Spettacolo Anthony Barbagallo – Siamo orgogliosi di avere condotto in porto un risanamento che è strutturale prima ancora che finanziario. Altrettanto fondamentale è stata l’approvazione del nuovo statuto che rafforza i controlli di spesa e gestione e prevede la figura di un direttore amministrativo. Una revisione che consente adesso, in raccordo con il sindaco Enzo Bianco e il resto dell’Assemblea dei soci, di ripristinare gli organi statutari, a partire dal consiglio di amministrazione».

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