Il primo “Signor No” del Pd renziano (si dimise da capogruppo della Camera dopo il via libera all’Italicum) arriva alla Festa dell’Unità senza scaldare gli animi. Niente ovazioni come per D’Alema, è Gianni Pittella (capogruppo S&D al parlamento Ue) a strappare applausi quando dice che se, in caso di vittoria del no al referendum, «perdiamo la leadership di Renzi sono cazzi amari per l’Italia e l’Europa». E anche «in» Europa, perché «con un Renzi depotenziato varremo zero con la Merkel e con i liberali». Speranza lo “rassicura”: «La leadership del Pd non la decide né la vittoria del sì, né quella del no, ma il prossimo congresso». Anche perché «un partito non si esaurisce in una personalità, ci sono stati segretari prima di Renzi, ci saranno dopo». Anche nel dibattito sul Vecchio Continente, presente il sottosegretario Enzo Amendola, il tema vira subito sul referendum.
«Niente scissioni, ma il Pd non può essere una caserma del “sì”. Se uno pensa questo commette un errore molto grave perché una buona parte della nostra gente non è convinta sul sì», afferma Speranza. Che aggiunge: «L’argomento più solido per chi vuole votare oggi no al referendum è il legame molto profondo con la legge elettorale». Per l’esponente della minoranza Pd l’Italicum è «profondamente sbagliato perché non consente ai cittadini di scegliere chi eleggere e si rischia di avere un piccolo partito che vince al secondo turno con una distorsione della rappresentanza». Cambiare la legge elettorale al più presto possibile, adesso, è «una scelta delicata e decisiva». Accanto a lui il leader degli “Speranzosi” di Sicilialia, il deputato siracusano Pippo Zappulla. Che prepara («assieme a Bruno Marziano, Mariella Maggio e Angelo Capodicasa») una «rete diffusa» in Sicilia. Per il no al referendum, ma anche per «un “tagliando” al governo Crocetta e per ridare priorità alle questioni sociali e del lavoro». Per Zappulla, c’è «uno spazio, a sinistra, restando dentro il Pd». A patto che si evitino «derive pericolose e contro natura», come «l’auspicio di Faraone che vorrebbe Ncd alle primarie del centrosinistra in Sicilia». A ottobre è prevista un’assemblea della sinistra dem siciliana, anticipata dalla «formalizzazione di un coordinamento regionale», dettaglia Zappulla.
Intanto sul palco continua la strenua difesa delle ragioni del sì da parte di Pittella. «Vinceremo perché la gente è consapevole e gli italiani non vogliono darsi martellate sugli attributi». Per il capo dei socialisti al Parlamento Ue «questo non è un voto contro o pro il governo, non sulla legge elettorale, né sulla prima parte della Costituzione. Oggi se c’è una distorsione è sui contenuti: dobbiamo fare capire agli italiani quali sono».