MESSINA – I carabinieri hanno eseguito tra Messina, Roma e Milano 20 ordinanze di custodia cautelare (di cui 18 in carcere e 2 ai domiciliari) nei confronti di altrettante persone accusate a vario titolo di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, usura ed estorsione. Le indagini hanno consentito di scoprire l’esistenza di una presunta organizzazione accusata di spacciare cocaina e marijuana e di portare alla luce diverse attività di usura ed estorsione, condotte secondo le indagini da parte di tre degli arrestati, nei confronti di persone costrette a restituire le somme ottenute in prestito con interessi che potevano arrivare anche al 300%.
In pratica l’organizzazione spacciavano droga ma prestavano anche denaro con tassi usurai fino al 300 per cento e aveva un giro d’affari che aveva fruttato oltre 100 mila euro in soli due anni.
A gestire lo spaccio di droga era in particolare Antonio Tavilla, secondo l’accusa, che era a capo dell’organizzazione criminale.
L’indagine è iniziata nel gennaio del 2011, a seguito della denuncia presentata ai carabinieri da parte dei genitori di uno dei ragazzi coinvolti nelle attività di spaccio, preoccupati per il fatto che il figlio stesse diventando violento nel chiedere continuamente soldi, fino ad arrivare a far sparire da casa alcuni oggetti preziosi. Dopo l’arresto di uno dei pusher gli indagati tra di loro, per telefono, utilizzavano dei nomignoli, tra cui anche i nomi di alcuni dei Sette Nani della favola di Biancaneve (da qui, oltre al riferimento alla cocaina, il nome in codice dell’operazione).
Rientrato da Milano dove era rimasto per un breve periodo, Tavilla aveva aperto una sala giochi e aveva scelto, sostengono gli investigatori, i suoi affiliati secondo caratteristiche ben precise: erano quasi tutti ragazzi molto giovani, incensurati e di buona famiglia.