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Sos dei produttori agrumicoli: «Crisi, virus Tristeza e siccità: aiutateci»

Di Andrea Lodato |

Un altro dei nodi storici che penalizza l’agricoltura isolana è legata alla trasformazione.

«Ci sono – conferma la Argentati – importanti ostacoli, più volte sollevati dalla filiera agrumicola siciliana, rispetto all’improcrastinabile necessità di valorizzare il prodotto trasformato attraverso alcuni interventi legislativi a garanzia della tracciabilità e dell’etichettatura dei prodotti. Abbiamo seri problemi, ma anche soluzioni, alla semplice individuazione degli ettari e delle quantità e varietà di prodotto ottenuto in campagna, commercializzato e trasformato in Sicilia. Come tutte le imprese, anche quelle agrumicole, subiscono una forte concorrenza da parte di altri Paesi competitors, soprattutto della fascia mediterranea, aggravata da un eccesso dei costi di produzione, eccesso negli oneri fiscali e sociali che, di fatto, rendono le nostre imprese per nulla competitive sui mercati, con l’aggravante di una produzione molto diffusa nel globo terrestre che rischia di essere trattata da commodites con ripercussioni molto negative sui bilanci dell’intero territorio».

E poi, nella lettera in cui il Distretto chiede la convocazione urgente di un tavolo di discussione, emerge la necessità di ricontrattare alcuni protocolli tra lo Stato italiano ed altri Paesi (Cina in primis) e viceversa proteggere il territorio dall’ingresso di produzioni straniere e con esse di alcune fitopatie.

«E’ necessaria – insiste la Argentati – una valorizzazione delle produzioni di qualità (DOP, IGP e Bio) sia fresche sia trasformate attraverso una campagna istituzionale di comunicazione al consumo in grado di incrementare le vendite dei nostri prodotti ed abbassare la pressione esercitata sul territorio dai gruppi di distribuzione nazionali e mercati in genere inducendo il consumatore all’acquisto dei nostri prodotti piuttosto che quelli stranieri. Abbiamo diversi problemi legati all’utilizzo del PSR e con esso appesantimenti burocratici che vanno assolutamente alleviati».

Fin qui la lettera. Adesso il Distretto attende una risposta dall’assessore per capire da dove questo nuovo governo intende cominciare a lavorare per l’agricoltura.

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