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Sliding doors per Miele che rivede Francesco Gabbani a Milo: «Non è un cruccio che mi perseguita le nostre strade sono divergenti»

Di Giuseppe Attardi |

«Certo che l’ho pensato che al posto di Francesco Gabbani quest’anno sarei potuta esserci io, assolutamente sì» confessa candidamente Miele, ma senza alcuna ombra di rimpianto. «Io sono tuttavia convinta che a vincere a Sanremo, che è un concorso televisivo, è la canzone che porti. Non lo nego, quella di Francesco Gabbani avrebbe avuto lo stesso successo anche senza il Festival». Nega risentimenti, però continua a chiamare il cantante di Amen per nome e cognome, mantenendo un certo distacco. Che tiene anche a sottolineare: «Il percorso artistico di Francesco Gabbani non è quello che desidero. Io vorrei fare una strada diversa».

Domani sera le sliding doors si riapriranno. Nell’anfiteatro “Lucio Dalla” di Milo i due si incontreranno ospiti della prima serata della rassegna “Luce del Sud” curata da Franco Battiato. «Dopo due anni ci vediamo – ride Miele – È una domanda che mi fanno tutti, mi fermano per strada certe volte per chiedermelo. Tutti mi associano a quel “fattaccio”, forse perché sollevò tante polemiche… Non so, non è qualcosa che mi provoca imbarazzo. I brani di Francesco Gabbani meritavano di avere questa popolarità, però, ripeto, io mi sento musicalmente distante da Francesco Gabbani. Quindi non è un cruccio che mi perseguita, anche se a ogni persona che incontro si torna a parlare di quella vicenda».

Poiché i guai non arrivano mai da soli, Manuela Maria Chiara Paruzzo, in arte o più facilmente Miele, classe 1989, dopo aver subìto la beffa sanremese, è inciampata anche in un problema che spesso tormenta chi fa della voce uno strumento di lavoro. «Ho vissuto un anno particolare – racconta la ragazza nissena – Finita l’anno scorso la stagione estiva, in novembre ho cominciato con il mio trio un tour invernale nei club, nello stesso tempo però mi hanno scoperto dei noduli alle corde vocali, che fortunatamente non erano da operare. Ho deciso di rispettare le date, ma alla fine mi sono fermata per dedicarmi alla riabilitazione della voce. È stata lunga, sei mesi, e difficile, all’inizio non potevo neanche parlare. Così ho utilizzato questo periodo per scrivere. È stata una pausa che mi ha permesso di concentrarmi sulla scrittura, sia dei testi sia delle musiche. Solo da poco ho ripreso a cantare e adesso sto lavorando ai brani che ho composto insieme con i ragazzi della band».

L’esibizione di domani sera a Milo segna quindi il rientro sulle scene dopo la pausa forzata. «Canterò due brani del vecchio disco, un inedito che ho già interpretato nel tour invernale e un brano nuovo, Balla con me» anticipa. E poi svela il suo sogno: «Vorrei fare un duetto con Franco Battiato. In questo momento non è previsto. Spero che sia possibile. Mi piacerebbe duettare sulle note della Canzone dei vecchi amanti, anche se non è sua, ma ha scritto una versione spettacolare, altrimenti E ti vengo a cercare».

Da tre settimane Miele è tornata a casa per gettare le basi del prossimo lavoro. Quindi poco mare, «l’ho visto una volta sola, anche perché da qui, Caltanissetta, è distante», e tanto lavoro per preparare il ritorno sulla scena di un’“altra” Miele. Che dai nuovi scatti appare più sexy e passionale, rispetto alle foto sanremesi che mostravano una ragazzina sognante un po’ vintage tra rotoli di lana e macchine da scrivere.

«Veramente ho anche delle foto in cui sono anche in maglia e jeans – sorride – Ho cercato in questo periodo un po’ grigio di nutrirmi di colori, di trovare l’aspetto positivo anche negli inconvenienti che ti destabilizzano. Dal punto di vista musicale, è vero, c’è stato un cambio. Ma anche forse una maturità diversa. Nell’arco di tempo in cui sono rimasta ferma, ho ascoltato molta musica. Mi ha colpito Niccolò Fabi, lui si è reso davvero indipendente dal mondo della musica italiana. Ho sentito Brunori, Bon Iver, mi è piaciuto il nuovo disco dei Baustelle. In questo periodo sto ascoltando molto Colapesce… Tendenzialmente, ascolto tantissima musica italiana, perché a livello testuale mi colpisce di più, però presto attenzione anche alla musica straniera. Non sono un tipo da tormentoni, cerco la mia strada, rispettando la mia natura artistica, senza inseguire mode, evitando compromessi».

Una strada che potrebbe prevedere nuovamente il Festival di Sanremo? «Io non so cosa potrà accadere» risponde sorridendo, mostrandosi incapace a dire una bugia. Beccata, si fa seria: «Voglio dire, non potrei partecipare con una canzone che non è adatta al mio modo di scrivere o di vedere la musica. Non vedo il Festival come qualcosa che non mi appartiene, l’ho fatto e mi riconosco in quella partecipazione. L’importante è che la mia musica non si adegui a quello che io devo andare a fare».

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