SIRACUSA – Le rassicurazioni della Regione non sono bastate e, domenica pomeriggio, i custodi dei monumenti siracusani hanno incrociato le braccia. Così, ad aprire ai visitatori il Teatro greco e le altre meraviglie aretusee ci ha pensato il soprintendente Calogero Rizzuto. E’ stato lui, con 15 funzionari e dirigenti degli uffici di Piazza Duomo, a trasformarsi in custode per consentire la fruizione pomeridiana dei siti archeologici siracusani. Un segnale significativo, certo. Ma anche lo svolgimento pieno del proprio mestiere, come il soprintendente ha commentato tra una visita e l’altra nel cuore del parco archeologico.
Tutto è cominciato quando i turni pomeridiani per l’apertura della Neapolis, della fortezza Maniace, del castello Eurialo e degli Ipogei di Ortigia non quadravano. «I nostri custodi – dice l’architetto Rizzuto – hanno comprensibili remore poiché attendono da due anni il pagamento dello straordinario svolto proprio per garantire la fruizione di siti e musei. Un problema che non riguarda solo Siracusa e che ha radici lontane, perché non è solo relativo a questioni economiche o legate al numero del personale a disposizione delle Soprintendenze, ma alla programmazione che è mancata». Per questo, nonostante i soldi stanziati dal neo-assessore regionale ai Beni culturali, Antonio Purpura, per aprire nei giorni di festa i luoghi d’arte e storia, c’era il rischio di non farcela a Siracusa.
Ma Rizzuto non si è perso d’animo. Ha chiamato a raccolta dirigenti e funzionari e predisposto con loro i turni di custodia dalle 13 alle 18. «A me è toccato il parco archeologico della Neapolis – dice Rizzuto – e certo è stata una bellissima esperienza anche perché, ieri, il Teatro greco era affollato da turisti di tutto il mondo che hanno ammirato i vari scorci dell’area archeologica fin quasi al tramonto». Il soprintendente-custode si è trasformato anche in cicerone d’eccezione per un gruppo di giovani che ha accompagnato alla scoperta del Temenite: dall’Orecchio di Dioniso all’Anfiteatro romano. Rizzuto ha anche bonariamente rimproverato qualche turista indisciplinato insieme con Mariella Musumeci, dirigente della sezione Beni archeologici della Soprintendenza, anche lei nelle vesti di custode con dipendenti e funzionari della Soprintendenza.
«Un esperimento riuscito – commenta Rizzuto – e che in passato avevo avviato anche a Camarina, a dimostrazione di quanto sia importante svolgere appieno il nostro lavoro specie nei momenti più delicati della gestione del patrimonio. Dopo tutti gli sforzi dell’assessore Purpura e del direttore Giglione per aprire i siti siciliani nei giorni festivi, non potevamo non fare anche noi la nostra parte e, così, abbiamo deciso di scendere in campo dimostrando con i fatti di lavorare per i nostri beni culturali, per la nostra città».
D’altronde, l’architetto Rizzuto ha sempre evidenziato di voler spegnere le luci della polemica sulla Soprintendenza che ha ereditato da Beatrice Basile, al centro della querelle cemento-sviluppo di Siracusa, e di voler invece lavorare.
«E lo ribadisco, inutile alimentare diatribe, meglio lavorare per dare risposte vere. Adesso dobbiamo pensare al futuro e cercare di colmare quella vacatio di pianificazione che è causa di carenza di custodi e porte chiuse in siti e musei nei giorni festivi. Ho già parlato con i nostri custodi, ho detto che rispetto il loro lavoro e che sono loro, in un momento delicato, a rappresentare l’amministrazione nei confronti del pubblico che chiede solo di poter ammirare il patrimonio. Farò di tutto per risolvere il problema delle due annualità pendenti e, da gennaio, programmeremo con razionalità i turni per tutto l’anno evitando di mantenere aperti le aree archeologiche e i musei nei periodi di bassa affluenza ma, al contrario, assicurarne la fruizione nei periodi “caldi” come la primavera o le vacanze natalizie».
E intanto, si pensa già a cosa accadrà domenica quando, ancora una volta, Teatro greco e altri luoghi turistici rischiano di restare chiusi al pubblico.
«Mi aspetto da parte dei custodi una risposta di orgoglio e sono certo che ciò avverrà. In caso contrario, sono pronto a scendere in campo di nuovo».