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Sicilia, verso maturità a rischio: caos tra soggetti fragili e spazi non idonei
Catania – La complicata macchina degli esami di maturità, ma in sostanza quella di tutta la fine di quest’anno scolastico, è già in moto anche in Sicilia. Tra paure e complicazioni procedurali. Docenti che “temono” l’esame in presenza; spazi che non bastano per organizzare un esame a norma di sicurezza, tanto che ci si “rifugia” in aule magne, sale convegni e anche palestre perché la capienza delle aule normali non è quasi mai sufficiente a tenere a distanza di 2 metri l’uno dall’altro membri interni, presidente e candidato. Sempre che la commissione d’esame sia al completo. Perché c’è anche la possibilità che una parte dei commissari sia in aula e un’altra in videoconferenza, se i medici di scuola o quelli dell’Inail certificheranno la “non idoneità” del docente all’esame in presenza, in quanto soggetto “fragile”, ultra 55enne o affetto da qualche patologia o disabilità che lo mette più a rischio contagio da Covid-19.
Tante le cose da mettere a punto, dunque. Con il diktat della garanzia di sicurezza per docenti, collaboratori scolastici e studenti. E’ questo, infatti, il nodo principale da affrontare. Proprio in questi giorni, come previsto dal protocollo siglato dal ministero dell’Istruzione con i sindacati, si è insediato il tavolo in supporto all’Ufficio scolastico regionale. Alla riunione plenaria di qualche giorno fa, presenti oltre 20 rappresentanti delle associazioni di categoria e dei sindacati, sono stati affrontati i temi spinosi della maturità 2020. Quello della tutela della salute dei soggetti fragili è stato al primo posto. «Dopo i tavoli regionali – spiega Adriano Rizza, segretario regionale Flc Cgil Sicilia – vanno fatti i tavoli provinciali e le riunioni nei singoli istituti scolastici. Non a caso abbiamo organizzato per oggi una videoconferenza con tutte le rsu della Flc Cgil Sicilia per chiarire gli aspetti previsti dalla protocollo di sicurezza e per spiegare alle rsu quale sarà il loro ruolo. Il nostro sindacato ha siglato il protocollo – aggiunge Rizza – e siamo presenti a tutti i livelli affinché vengano garantiti i parametri di sicurezza senza i quali gli esami di stato non possono essere svolti in presenza. I docenti e il personale Ata che hanno particolari patologie che li rendono soggetti fragili e più suscettibili all’infenzione covid 19 – aggiunge Rizza – possono presentare al datore di lavoro un certificato rilasciato dal proprio medico di base o specialista convenzionato con il sistema nazionale, dove va indicato che il soggetto è a maggior rischio di contrarre l’infezione. Secondo quanto previsto dal DL 18/2020, l’eventuale periodo di assenza dal servizio sarà equiparato al ricovero ospedaliero».
Ieri, poi, dal ministero è arrivato un chiarimento sulle ordinanze n. 9, 10 e 11 del 16 maggio: «Il dirigente scolastico, sulla base delle documentazioni mediche prodotte dagli interessati, identifica i docenti» “lavoratori fragili” e «comunicherà l’elenco dei suddetti lavoratori al presidente di commissione» che dovrà «garantire la continuità dei lavori della stessa». Tra i lavoratori fragili di default che dovranno comunque ricevere l’idoneità dal medico di scuola o dell’Inail ci sono anche tutti gli over 55.
«Al tavolo regionale – spiega Maurizio Franzò, presidente regionale dell’Anp, l’Associazione nazionale di dirigenti scolastici e dirigente scolastico dell’istituto Gaetano Curcio di Ispica – ho fatto presente che dagli esiti della sorveglianza sanitaria possono nascere delle criticità per lo svolgimento dell’esame. Il problema della sicurezza non riguarda solo i docenti impegnati nelle commissioni dell’esame di stato, ma anche i collaboratori scolastici: nel protocollo di sicurezza si dice che devono essere assicurati acceso e uscita distinti in ogni ambiente e questo impone la presenza di collaboratori scolastici per il supporto e la sorveglianza».
Nel caso di membri interni “fragili”, la commissione potrebbe essere composta in parte in presenza e in parte in videoconferenza, ma bisognerà organizzare il collegamento a distanza. Servono locali attrezzati. Il presidente dovrà curare anche questa gestione. E servono spazi idonei anche per le riunioni delle commissioni. «La plenaria delle commissioni – aggiunge Franzò – è fissata giorno 15 giugno, a due soli giorni dall’inizio dei colloqui. Nel mio istituto ho 6 commissioni, suddivise in 12 sottocommissioni ognuna di sei docenti più il presidente. Anche per le loro riunioni, mantenendo le distanze, servono ambienti idonei, ne abbiamo pochissimi, dovremo fare delle turnazioni tra mattina e pomeriggio». Non si può organizzare una plenaria a distanza? «Saranno i presidenti a deciderlo – spiega Franzò – ma gli stessi presidenti devono esaminare i fascicoli dei singoli alunni, che sono conservati a scuola. Fare uscire i file, condividerli, non è una cosa semplice. Più verosimile calendarizzare le plenarie, ma avere un po’ di più di tempo prima di avviare i colloqui d’esame non sarebbe stato male, visto che quest’anno non ci sono neanche gli scritti e che ci dovrà anche essere il tempo di valutare l’elaborato che i maturandi dovranno consegnare entro il 13 giugno».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA