Shirley Temple: perchè Google celebra oggi “riccioli d’oro” con un doodle

Di Redazione / 09 Giugno 2021

E’ stata l’enfant prodige del cinema hollywodiano e ha incantato milioni di persone di ogni generazione con il suo viso d’angelo e i suoi boccoli biondi, che le sono valsi il soprannome di “riccioli d’oro”. Shirley Temple, la prima delle star bambine, morta nel 2014 a 85 anni nella sua casa di Woodside, in California, per cause naturali, è la protagonista del doodle odierno di Google.

Ma perché il motore di ricerca nella sua homepage omaggia proprio oggi alla “riccioli d’oro” del grande schermo? La data è stata scelta perché proprio il 9 giugno del 2015 venne inaugurato un museo a lei dedicato, chiamato “Love, Shirley Temple”, nella sua città natale.

Shirley Temple Black nacque il 23 aprile del 1928 a Santa Monica dal banchiere George Francis Temple e da Gertrude Amelia Krieger, casalinga ed ex ballerina che riversò sull’unica figlia femmina le sue ambizioni mancate. Esordì sul grande schermo a soli quattro anni nella serie Baby Burlesks, dopo essere stata notata da Charles Lamont, direttore della Educational Pictures, durante una visita nella sua scuola di danza.

Il suo viso d’angelo le spalancò presto le porte del grande cinema con film come “La mascotte all’aeroporto” (1934) – pellicola che le valse una sorta di Oscar giovanile, riconoscimento “inventato” apposta per lei – “Heidi” (1934), e “Riccioli d’oro” di Irving Cummings (1935), che rappresentò la sua definitiva consacrazione e le diede il soprannome conosciuto in tutto il mondo. E ancora “Shirley Aviatrice” (1936), “Zoccoletti olandesi” (1937), “Rondine senza nido” (1938) e “La piccola principessa” (1939).

Sul grande schermo la piccola Shirley impersonò con straordinaria efficacia bambine dolci e leziose, ma dotate di una grande sensibilità e di una saggezza impressionanti per la loro età. Con un Oscar all’attivo a soli sei anni e tre milioni di dollari guadagnati prima di raggiungere la pubertà, Temple è stata precoce anche nella decisione di ritirarsi dal cinema a soli 22 anni, nel 1940.

Dopo il primo matrimonio dal 1945 al 1950 con l’attore John Agar, dal quale ebbe una figlia, si risposò con l’uomo d’affari Charles Black, dal quale ebbe altri due figli, ed iniziò ad occuparsi di politica. Le luci della ribalta si riaccesero per lei nella nuova veste di diplomatica, diventando la delegata degli Stati Uniti all’Assemblea Generale dell’Onu nel 1969, ambasciatrice Usa in Ghana nel 1974, capo del protocollo alla Casa Bianca dal presidente Gerald Ford nel biennio 1976-1977 e ambasciatrice in Cecoslovacchia nel 1989.

Nella fantasia popolare però “Riccioli d’oro” rimase la star bambina beniamina dell’America negli anni della Grande Depressione, quando con il suo sorriso e il suo ottimismo riusciva a sollevare gli animi della gente. Nell’autunno del 1972 le venne diagnosticato un tumore al seno e fu sottoposta a mastectomia: all’epoca il cancro era una male avvolto dal segreto, ma lei dopo l’operazione decise di rendere nota al mondo la sua malattia, tenendo conferenze stampa, parlandone alla radio e alla televisione, per dire alle donne di non avere paura. Anche in questo si mostrò precoce e lungimirante, diventando la prima donna dello spettacolo a parlare apertamente di tumore al seno.

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