Sesto anno consecutivo di recessione ecco la “fotografia” della crisi siciliana

Di Redazione / 12 Giugno 2014

PALERMO – Tante ombre, su tutte l’intensificarsi della perdita di posti di lavoro (73 mila occupati in meno), ma anche qualche piccolo segnale positivo, con una crisi che pare stia allentando, seppur lentamente, la sua terribile morsa. L’Isola, insomma, attraversa ancora una fase recessiva pesante, pur con una minore intensità, e a certificarlo sono i dati, relativi al 2013 e ai primi mesi dell’anno in corso, resi noti ieri dalla Banca d’Italia nella pubblicazione «L’economia della Sicilia».

MERCATO DEL LAVORO. La nota più dolente riguarda indubbiamente il mercato del lavoro che, spiega Giuseppe Ciaccio, della divisione Analisi e Ricerca economica di Bankitalia nel corso del briefing con la stampa nella sede di via Cavour, a Palermo, «sta risentendo della crisi con un certo ritardo dopo aver resistito nei primi anni, con l’intensificarsi dell’espulsione della manodopera: -5,3% nel 2013, dato più che doppio rispetto alla media nazionale. In un anno, la fonte è l’Istat, si sono persi circa 73 mila occupati e in nessun settore si è registrata una crescita occupazionale». Peggio di tutti l’edilizia (-9,6%), male i servizi (-4,5%, in particolare addetti Amministrazione pubblica e difesa e comparto istruzione e sanità) ma anche l’industria in senso stretto (-2,9%). E il tasso di disoccupazione è aumentato del 2,4% (totale 21%, dato superiore a quello del Mezzogiorno e dell’Italia): rispetto al 2008 gli occupati in regione sono diminuiti di quasi 160 mila unità (-10,8%).

PIL. Quanto al Prodotto interno lordo, l’Istat «non ha fornito dati ufficiali, c’è una stima che è di Prometeia e che certifica il sesto anno di fila di recessione per la Sicilia, con un -2,5%. Un dato che però – precisa Ciaccio – potrebbe essere sottostimato, anche se registriamo un’attenuazione di questa dinamica negativa, visto che il 2012 si era chiuso con un calo del 3,8% del Pil».

EXPORT. Nell’ambito degli scambi con l’estero «abbiamo un dato a due facce: da una parte – sottolinea – esportazioni ridotte del 14,8%, ma al netto del petrolio (-22%), la domanda è cresciuta del 6,8%», grazie al traino dei comparti dell’elettronica e della chimica, le cui vendite sono aumentate rispettivamente del 12,9% e del 7,5%. Tra l’altro le imprese siciliane restano poco propense allinternazionalizzazione e guardano ancora con scarsa attenzione fuori dai confini dell’Isola. Solo il 10,3 per cento, infatti, opera sui mercati esteri, un dato inferiore sia a quello del Mezzogiorno (11,7) che a quello nazionale (21,9 per cento).

OPERE PUBBLICHE. Qualche segnale positivo arriva dalle opere pubbliche, dove i bandi di gara pubblicati fanno registrare un +31% e coinvolgono quasi tutte le province siciliane.

TURISMO. Numeri a due facce. La domanda dall’interno si è ridotta del 9,7%, mentre la presenza degli stranieri cresce per il terzo anno consecutivo, salendo al 14%.

BOOM SPESA FARMCAUTICA. Secondo i dati Osmed, relativi ai primi nove mesi del 2013 e contenuti nel rapporto sull’economia siciliana elaborato dalla sede di Palermo della Banca d’Italia, la spesa convenzionata pro capite per farmaci di classe A (rimborsati dal sistema sanitario) nell’Isola è la più alta d’Italia (178,9 euro a fronte di una media nazionale pari a 141,2 euro), anche se in riduzione rispetto al 2012 (-3,3 per cento).

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