Scommesse, calcio di nuovo nella bufera Ombre su Catania e Akragas, 50 arresti

Di Fabio Russello / 19 Maggio 2015

Spunta anche un Catania Crotone del 16 febbraio scorso (e finita 1 a 1, con pareggio di Castro al 92’) tra le carte dell’inchiesta della Dda di Catanzaro denominata Dirty Soccer che ha portato al fermo di cinquanta persone tra dirigenti, allenatori, calciatori, ex calciatori e faccendieri vari in Calabria, Campania, Puglia, Emilia Romagna, Abruzzo, Marche, Toscana, Liguria, Veneto, Lombardia perché facenti parte di un’organizzazione dedita al calcioscommesse soprattutto il Lega Pro e Serie D.

 

La vicenda che coinvolge il Catania è emersa da una intercettazione di una telefonata di Ernesto Di Nicola, direttore sportivo de L’Aquila, uno degli arrestati, mentre parla con un investitore albanese: «Ogni settimana in B ne fanno una». Gli investigatori hanno comunque sottolineato che al riguardo non esistono prove certe dal momento (perché non è stato dimostrato se l’accordo vi sia stato e chi, eventualmente, abbia ricevuto il denaro per alterare il risultato delle gare) ma ci sono sospetti su due partite: Livorno-Brescia e Catania Crotone. Di Nicola avrebbe offerto a Edmond Nerjaku – un faccendiere albanese che risulta tra i fermati – il finanziamento della scommessa sulla gara Livorno-Brescia del 24 gennaio scorso proponendogli di concorrere per 70 mila euro. Nerjaku avrebbe pure tratto profitto scommettendo sul risultato della partita alterata, puntando sulla vittoria del Livorno e su un numero di goal segnati non inferiore a 3. La gara, evidenzia la Dda, terminava con la vittoria del Livorno per 4 a 2 «come combinato dagli indagati».

 

Agli atti dell’inchiesta c’è anche la partita Catania – Crotone giocata il 16 febbraio scorso e finita 1 a 1. Parlando con Nerjaku, Di Nicola «si mostrava sicuro di sé ed esprimeva tutte le sue capacità combinatorie, dicendosi capace di alterare gare del campionato di serie B pur se in questa evenienza la frode non sarà portata a termine non riuscendo Di Nicola a reperire finanziamenti alla combine». Un membro del cartello però puntò 21mila euro sulla vittoria dei siciliani. Il pari fu inaspettato perché appunto – spiegherà uno degli artefici della tentata combine – all’ultimo momento, erano venuti meno i finanziatori della frode. Il blitz ha portato al fermo di cinquanta persone e all’iscrizione sul registro degli indagati di una settantina di persone, tra dirigenti, allenatori e calciatori di 20 squadre di calcio di Lega Pro e 13 squadre di serie D (tra cui, in Sicilia, l’Akragas). L’operazione “Dirty Soccer” è stata eseguita dalla Squadra mobile e dallo Sco della Polizia su ordine della Dda di Catanzaro.

 

L’ombra della Ndrangheta. A scoperchiare il vaso è stata una telefonata tra il boss della ‘ndrangheta Pietro Iannazzo, intercettato nell’ambito di un’altra inchiesta, e il presidente del Neapolis Mario Moxedano. Da quella telefonata gli investigatori sono arrivati a scoprire due distinte organizzazioni criminali che agivano, una sulla serie D e una sulla Lega Pro, per truccare le partite. Comprare un incontro di Lega Pro costava tra i 40 e i 50mila euro, ma a volte ne bastavano 5mila per avere la disponibilità dei calciatori. La prima organizzazione ruotava attorno alle figure di Moxedano, Antonio Ciccarone, ds del Neapolis, e Iannazzo. I tre, con la collaborazione di dirigenti, calciatori e – come li chiama la Procura di Catanzaro – «affaristi senza scrupoli» organizzano le frodi sportive per portare il Neapolis alla promozione. La stessa cosa, ma in un altro girone, facevano i dirigenti del Brindisi. La seconda associazione aveva invece al vertice Fabio Di Lauro, ex calciatore e «faccendiere – scrive il pm – che approfitta della parte marcia dell’ambiente che ben conosce, traendo cospicui guadagni dalle scommesse sulle partite», e ai due soci occulti della Pro Patria Mauro Ulizio e Massimiliano Carluccio. Lo stesso Di Lauro aveva rapporti con «signori delle scommesse dell’est Europa», serbi e sloveni, soprattutto, ma anche russi ancora da identificare, che tiravano fuori i soldi per corrompere i calciatori e poi scommettevano ingenti quantità di denaro. Nel giro di Di Lauro gravitavano anche «addetti ai lavori», vale a dire personaggi come Ercole Di Nicola, Ds de L’Aquila. Un soggetto amante della bella vita che, «si atteggiava a uomo di calcio ligio alle regole» quando in realtà era «capace di combinare incontri di calcio senza remore e con tanto scrupolo». «Dobbiamo ramificarci dappertutto», diceva Di Nicola al telefono. Operazione che – scrivono i magistrati – sembra riuscita visto che gli investigatori parlano di un «reticolato sistema di corruzione» solo in parte venuto a galla. È il caso delle partite di B che coinvolgono Catania, Crotone, Brescia e Livorno, su cui non sono stati trovati riscontri ma di cui parla Di Nicola e dell’incontro di Coppa Italia Tim tra Pescara e Sassuolo «messo in vendita per 150 mila euro da Ulizio e Carluccio». Ventotto invece le partite di lega Pro e Serie D finite nel mirino della magistratura. Tutte e cinquanta le persone fermate sono accusate a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, ma ci sono anche alcune persone accusate di sequestro di persona, estorsione e corruzione. «Le indagini – ha detto il questore di Catanzaro, Giuseppe Racca – hanno accertato l’esistenza di una stabile organizzazione criminale che, grazie alla complicità di calciatori, ex calciatori, direttorisportivi, dirigenti e tesserati delle varie società è riuscita a mettere in piedi delle condotte finalizzate ad alterare i risultati delle partite al fine di conseguire numerosi ed ingenti illeciti guadagni».

 

A ricostruire le attività svolte in sede di indagine è stato il Procuratore Capo di Catanzaro Vincenzo Lombardo: “Dopo il primo monitoraggio – ha detto – abbiamo poi esteso le indagini ad altri soggetti che ci hanno permesso di ricostruire l’esistenza di due distinte associazioni a delinquere la cui punta dell’iceberg era rappresentata dall’attività svolta da alcuni dirigenti della Pro Patria. La nostra attenzione è stata rivolta anche ad altri soggetti che tramavano per estendere la combine anche a partite di serie B. Abbiamo atteso la fine dei campionati, non potevamo intervenire prima perchè avremmo reso evidenti le indagini tuttora in corso”.

 

I componenti delle organizzazioni facevano valere le loro conoscenze con calciatori disponibili alla combine ai quali venivano corrisposti, di volta in volta, somme di denaro o promesse di ingaggi più remunerativi in altre squadre con il fine di ottenere prestazioni compiacenti finalizzate ai risultati da alterare. È stata accertata, inoltre, un particolare capacità degli indagati nell’approfittare, per propri fini, delle difficoltà economiche di alcune squadre che per tali motivi risultavano maggiormente disponibili ad introiti derivanti dal corrispettivo della combine prospettategli. Le situazioni debitorie rendevano, quindi, le stesse società permeabili alle illecite offerte di alterazione di incontri che in alcuni casi riguardavano la previsione di risultati particolari che terminavano con la realizzazione di diverse reti, con conseguente aumento delle quote delle relative scommesse particolarmente proficue per gli scommettitori. Un mondo malato, quello del calcio – prosegue il magistrato – gestito dagli indagati, dove la fragilità di giocatori, sedotti dal mito del guadagno rapido e facile, ovvero dalla prospettiva di ingaggi con altre squadre, si intreccia con la spietatezza di scaltri dirigenti sportivi e con la criminalità organizzata, passando attraverso l’indifferenza delle società calcistiche. Il dato più raccapricciante che emerge è quello consistente nell’amara quanto palese constatazione di cosa sia diventato lo sport calcistico gestito dagli indagati, in cui emergono palesemente le condotte di tali direttori sportivi, presidenti e manager calcistici che ormai concepiscono la gestione delle proprie società o di quelle da acquisire di volta in volta, esclusivamente come una fonte di reddito derivante dalle scommesse che essi stessi piazzano e fanno piazzare sulle partite che sono stati in grado di truccare”.

 

Coinvolta anche l’Akragas di Agrigento che ha appena vinto il campionato di serie D. La vicenda che vede coinvolta la squadra biancazzurra è relativa all’episodio di Salvatore Astarita, ex giocatore dell’Akragas, che il 9 novembre cerca di alterare il risultato di Neapolis Akragas (qui la sintesi di quella partita) facendosi espellere in maniera piuttosto goffa dall’arbitro a metà primo tempo. Astarita – secondo quanto emerge dall’inchiesta – favorisce la Neapolis per il rapporto che lo lega a due dirigenti della Neapolis e perché a quel punto del campionato la squadra napoletana sperava di potere vincere il campionato. Ma c’è anche un altro punto oscuro su questa partita perché i dirigenti e lo staff tecnico della Neapolis conoscono in anticipo schemi e formazione dell’Akragas. E la “spia” non è Astarita che, anzi, si mostra sorpreso dal fatto che i napoletani sappiano tutto. Astarita poche settimane dopo sarà ceduto dall’Akragas e nelle intercettazioni lo stesso giocatore fa intendere che i suoi compagni di squadra avendo compreso che giocava sporco lo avevano isolato. L’Akragas ha comunque diffuso una nota dove spiega di essere parte lesa nella vicenda che riguarda il suo ex tesserato Salvatore Astarita. Ma ovviamente alla luce dell’inchiesta c’è anche una chiave di lettura su due episodi che hanno coinvolto nello scorso autunno l’Akragas: l’incendio di un pulmino e l’incendio dell’auto del tecnico Vincenzo Feola.

 

Tra i cinquanta fermati ci sono quattro presidenti di società di calcio, undici dirigenti a vario titolo, 12 tra calciatori in attività ed ex, un magazziniere e acuni uomini di affari italiani ed esteri. PRESIDENTI: Mario Moxedano, Neapolis; Antonio Flora, Brindisi; Giorgio Flora, vice presidente Brindisi; Maurizio Antonio Pagniello, ex presidente Trento; DIRIGENTI SPORTIVI: Antonio Ciccarone, ds Neapolis; Francesco Molino, ds Montalto Uffugo; Antonio Palermo, Montalto Uffugo; Vito Morisco, dg Brindisi; Ercole Di Nicola, ds Aquila; Vincenzo Nucifora, ex ds Torres; Mauro Ulizio, dg Monza e dg di fatto del Pro Patria; Massimiliano Carluccio, socio occulto e dirigente di fatto del Pro Patria; Gianni Califano, ds Monza; Fabrizio Maglia, Vigor Lamezia; Felice Bellini, dirigente marketing Vigor Lamezia; CALCIATORI: Raffaele Moxedano, Neapolis; Emanuele Marzocchi Puteolana; Salvatore Astarita, ex Akragas; Savino Daleno, ex calciatore e consulente del Brindisi; Fabio Di Lauro, ex calciatore e imprenditore; Marco Guidone, Santarcangelo; Francis Obeng, Santarcangelo; Mohamed Lamine Traorè Santarcangelo; Giacomo Ridolfi, Santarcangelo; Andrea Ulizio, San Marino ex Pro Patria; Adolfo Gerolino ex Pro Patria; Vincenzo Melillo Pro Patria; ALLENATORI: Marco Tosi, ex Pro Patria; Ninni Corda, Barletta; ALTRI PERSONAGGI: Daniele Ciardi, magazziniere Santarcangelo; Enrico Malvisi, imprenditore e scommettitore; Marcello Solazzo, uomo fiducia Carluccio; Stefano Benini, uomo fiducia Carluccio; Alberto Scarnà, sovrintendente polizia e uomo fiducia Di Lauro; Raffaele Pietanza, uomo fiducia Carluccio e Solazzo; Diego De Palma, imprenditore e finanziatore; Raffaele Poggi, finanziatore; Bruno Califano, padre di Gianni; Massimo Cenni; Sebastiano La Ferla, uomo fiducia Bellini; FINANZIATORI ESTERI: Aleksander Brdanin; Uros Milosavljevic; Milan Jovicic; Ala Timosenco, interprete; Erikson Araci, collaboratore Di Lauro; Ioana Delia Dan, interprete; Edmond Nerjaku imprenditore e finanziatore; Robert Farrugia e Adian Farrugia.

 

LE PARTITE SOTTO INCHIESTA: Diciassette incontri dei gironi A, B e C di Lega Pro e 11 partite della lega Dilettanti, serie D, gironi H e I: sono le partite sulle quali gli investigatori e gli inquirenti hanno accertato le combine che sarebbero state realizzate nel corso della stagione 2014-2015 dalle due distinte associazioni scoperte con l’operazione di oggi. Ecco nel dettaglio gli incontri: LEGA PRO: Pisa – Torres, juve Stabia – Lupa Roma, Sant’Arcangelo – Aquila, Grosseto – Sant’Arcangelo, Aquila – Savona, Prato – Sant’Arcangelo, Cremonese – Pro Patria Monza – Torres, Bassano – Monza, Torres – Pro Patria, Pro Patria – Pavia, Aquila – Tuttocuoio, Aquila – Sant’Arcangelo, Barletta – Catanzaro, Aversa – Barletta, Vigor Lamezia – Paganese, Barletta – Vigor Lamezia. SERIE D: Hinterreggio – Neapolis, Sorrento – Montalto, Neapolis – Montalto, Monopoli – Puteolana, Montalto – Frattese, Due Torri – Neapolis, Neapolis – Akragas, Neapolis – Sorrento, Brindisi – San Severo, Andria – Puteolana, Pomigliano – Brindisi.

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Redazione
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